Usa. Attacco a Capitol Hill: l’aggressore soffriva di disturbi mentali

Notizie Geopolitiche

Sarebbe da attribuirsi all’azione di un folle l’attacco di ieri nei pressi di Capitol Hill a Washington. Ne sono convinti gli inquirenti, per i quali verrebbe esclusa l’ipotesi della matrice terroristica, per quanto poco prima di colpire l’aggressore aveva postato su Instagram che il governo degli Stati Uniti è il “nemico numero uno” della comunità afroamericana.
Il giovane, il 25enne Noah Green, si è scagliato con la sua auto contro le barriere di cemento che proteggono il compound di Capitol Hill, quindi è sceso dal veicolo ed ha aggredito due agenti, uccidendone uno prima di venire freddato.
Sui suoi profili social affermava di essere intimorito dall’Fbi e dalla Cia in quanto avrebbero controllato la sua mente, e si professava seguace del religioso islamico 87enne Louis Farrakhan, leader della Nation of Islam e noto per i suoi interventi omofobici, misogini ed antisemiti. Green descriveva Farrakhan come “Gesù, il Messia”.