di Giuseppe Gagliano –
La recente decisione dell’amministrazione Biden di introdurre una nuova norma sulle esportazioni di apparecchiature per la produzione di semiconduttori, mirata principalmente a contrastare la produzione cinese, rappresenta un ulteriore passo nella complessa dinamica geopolitica tra Stati Uniti e Cina. Questa mossa, pur limitando le esportazioni di attrezzature da una serie di paesi stranieri, esclude tuttavia gli alleati chiave come Giappone, Paesi Bassi e Corea del Sud. Questo tentativo di bilanciare il contenimento dell’industria cinese dei semiconduttori senza compromettere le relazioni con gli alleati sottolinea la delicatezza della strategia americana.
La decisione di escludere alcune delle principali nazioni esportatrici di apparecchiature per chip mira a mitigare le ripercussioni economiche per aziende come ASML e Tokyo Electron, che hanno visto un aumento delle loro azioni in seguito all’annuncio. Ciò riflette l’importanza economica e strategica delle esportazioni di semiconduttori, nonché l’interdipendenza delle economie globali. La nuova norma si concentra sull’ampliamento dei poteri di controllo degli Stati Uniti sulle esportazioni di prodotti tecnologici, applicando la regola sui prodotti esteri diretti per bloccare le vendite di articoli prodotti con tecnologia americana. Questo mira a colpire direttamente le fabbriche cinesi coinvolte nella produzione avanzata di chip, che sono cruciali per i progressi della Cina nel campo del supercalcolo e dell’intelligenza artificiale, settori che potrebbero avere implicazioni militari significative. L’implementazione di queste misure evidenzia la continua pressione di Washington sull’industria tecnologica cinese, nel tentativo di ostacolare lo sviluppo tecnologico del paese e mantenere un vantaggio competitivo nel settore dei semiconduttori. Tuttavia, la reazione cinese, come espressa dal portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, denuncia questi sforzi come dannosi per il commercio globale e determinanti per rafforzare la risoluzione della Cina a raggiungere l’autosufficienza tecnologica. La Cina invita gli altri paesi a resistere alle pressioni statunitensi e a salvaguardare i propri interessi a lungo termine, suggerendo che il contenimento americano potrebbe rivelarsi controproducente.
Il contesto geopolitico di questa vicenda riflette una competizione strategica tra le due maggiori economie mondiali, con implicazioni che vanno oltre il semplice controllo delle esportazioni. La capacità degli Stati Uniti di ottenere il sostegno multilaterale per queste misure è fondamentale per la loro efficacia, come indicato dall’esenzione concessa a oltre 30 paesi alleati che fanno parte del gruppo A:5. Questa strategia di diplomazia calibrata evidenzia la necessità di mantenere relazioni internazionali stabili, pur perseguendo obiettivi di sicurezza nazionale. Mentre la norma è ancora in fase di bozza e potrebbe subire modifiche, la direzione intrapresa da Washington è chiara: continuare a esercitare una forte influenza sull’industria globale dei semiconduttori, proteggendo al contempo i propri interessi strategici e quelli dei suoi alleati.