di Guido Keller –
Poco dopo l’annuncio dell’attesissima decisione di non ricandidarsi nonostante alla vittoria alle primarie, il presidente Usa Joe Biden ha dato il suo endorsment alla vice Kamala Harris, una scelta che dovrà essere confermata dalla convention democratica di agosto. I democratici sono così corsi ai ripari dopo le ripetute gaffe di Biden, ma il nome della Harris non è amato da tutti, neppure nello stesso Partito Democratico. Tant’è che i commenti delle ultime ore che corrono sui social, analizzati da Instant Mood dell’agenzia Arcadia, sono negativi per il 53,9% e positivi per il 46,1%.
Il curriculum di Harris, figlia di immigrati (madre indiana e padre giamaicano), la vede nel 2010 procuratrice distrettuale in California e nel 2016 eletta al Senato. Poi nel 2020 diviene vicepresidente Usa.
Harris ha ringraziato Biden per la fiducia, ma poi si è chiusa nel suo studio per fare telefonate a raffica e cercare quanto più consenso possibile, tanto che sono già 500 i delegati del partito che si sono detti pronti ad appoggiarla, mentre i donatori hanno versato in poche ore qualcosa come 49 milioni di dollari.
A chiedere la candidatura della Harris sono stati due giorni fa i grandi finanziatori, ma è ancora molto il lavoro da fare in vista della convention di Chicago di fine agosto, e le sorprese potrebbero non mancare. Michelle Obama ha già manifestato l’intenzioen di non candidarsi.
Intanto l’altro candidato, il repubblicano Donald Trump, ne ha approfittato per assestare i primi colpi, sostenendo in occasione di un comizio: “Avete visto come ride? È pazza. Io la chiamo Laughing Kamala”. Poi si è chiesto: “Chi governa il nostro paese? Non è una persona corrotta, non ha idea dove si trovi”, osservando causticamente che “se non può essere candidato, non può neppure governare”. “Domani si sveglierà e avrà dimenticato di essersi dimesso”, ha aggiunto.
Dal Consiglio Esteri dell’Ue il pesc (Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza dell’Ue) Josep Borrell ha considerato che “ci sarà una differenza essenziale per le relazioni transatlantiche a seconda di chi ci sarà” dopo il voto, “ma sono i cittadini statunitensi a dover scegliere, non voglio interferire”. Trump ha infatti affermato in più occasioni la sua intenzione di mettere fine alla guerra in Ucraina innescatasi con la decisione della Nato di includere il paese confinante con la Russia.