di Guido Keller –
Nonostante la raffica di gaffe e le continue pressioni interne a farsi da parte, il presidente Usa Joe Biden aveva annunciato ieri sera l’intenzione di non cedere e di presentarsi come candidato democratico per la Casa Bianca. Aveva infatti scritto su X la sua determinazione a voler proseguire, anche se i sondaggi davano la sua impopolarità al 55 percento e il gradimento solo al 32 percento.
Tuttavia ad aumentare la pressione sono stati i grandi finanziatori del partito, che negli ultimi giorni hanno chiesto chiaramente la sua sostituzione con la vice presidente Kamala Harris, la quale ha, secondo il Washington Post che ne ha dato notizia, il 35 percento contro il 46 percento di impopolarità.
Dopo qualche ora tuttavia lo stesso Biden ha comunicato su X la decisione di ritirarsi dalla corsa alla presidenza: il messaggio sottolinea i “grandi progressi per la nazione compiuti in questi tre anni e mezzo”, ma per quanto “sarebbe stata mia intenzione essere rieletto, penso che sia nell’interesse del partito e del Paese rinunciare a correre. Mi concentrerò a svolgere i miei doveri presidenziali per il resto del mio attuale mandato”.
Informando di non voler esprimere per ora il suo endorsement per altri candidati, anche se è molto probabile l’appoggio alla Harris, ha fatto sapere che nei prossimi giorni parlerà alla nazione.
Biden aveva vinto le primarie del Partito Democratico, ed ora eletti e funzionari sono chiamati ad un lavoro frenetico per individuare un altro candidato e costruire attorno a lui (o a lei) la macchina elettorale.
Mentre il candidato repubblicano Donald Trump, che continua a mietere consensi, ha già individuato il candidato vicepresidente in J. D. Vance, resta ancora da definire il candidato democratico alla vicepresidenza.