Usa. Coronavirus: fonti dell’intelligence, ‘la Cina ha riportato numeri falsi sui contagi e sulle vittime’

di Guido Keller

Fonti dell’intelligence statunitense hanno riferito all’agenzia Bloomberg che in Cina si sarebbero manifestati ben più degli 82.300 casi di contagio dichiarati, per cui le autorità cinesi avrebbero mentito sia sull’entità dell’epidemia che sul numero dei decessi. Il documento in possesso dell’intelligence è ancora riservato, e la stessa Casa Bianca ha fatto sapere di non essere in possesso di alcuna informativa al riguardo.
Da giorni diversi media hanno riportato della riduzione di 21 milioni delle utenze telefoniche rispetto a tre mesi fa, cosa confermata dal ministero dell’Industria e della Tecnologia informatica cinese, come pure Radio Free Asia ha reso noto che “Dall’inizio della settimana sette grandi società di pompe funebri hanno consegnato ogni giorno le ceneri di circa 500 defunti alle rispettive famiglie. Questo fa pensare che siano morte più persone rispetto a quanto indicato dalle cifre ufficiali”. Radio Free Asia, che si è rifatta anche al portale di informazione Caixin, ha anche informato che 5mila urne sarebbero state consegnate da una grande azienda di pompe funebri di Wuhan nell’arco di una sola giornata, segno che i 3304 decessi denunciati in Cina per il coronavirus (2535 a Wuhan) potrebbero indicare numeri non rispondenti al vero. Per i due media i decessi “reali” potrebbero ammontare a 42 mila, numero che si desumerebbe dalle restituzioni delle urne cinerarie ai famigliari delle vittime.
Alla base di un’eventuale comunicazione di cifre ribassate da parte delle autorità cinesi vi sarebbe il proposito di proteggere l’economia del paese, già duramente provata dai tre mesi di emergenza, e le informazioni che arrivano dalla Cina parlano della situazione a Wuhan e nelle altre città in fase di normalizzazione. Tuttavia, dopo giorni di “zero nuovi casi” se non dai cinesi di rientro nel paese, le autorità di Pechino hanno denunciato un nuovo focolaio nella contea di Jia, nella provincia di Henan che si trova al confine con quella di Hubei, cioè quella di Wuhan: 600mila persone sarebbero già state isolate.
Certo è che il numero in crescita esponenziale di nuovi casi negli Stati Uniti (oltre 200mila) non si allinea con i dati cinesi, e lo stesso discorso vale se il rapporto viene fatto con la realtà dell’Italia, per quanto la popolazione italiana sia mediamente più vecchia di quella cinese.
Il vicepresidente Usa, Mike Pence, ha affermato sulla Cnn che “La realtà è che avremmo potuto agire meglio se la Cina fosse stata più disponibile”, e che “ciò che appare evidente ora è che molto prima che il mondo apprendesse a dicembre che la Cina stava affrontando quanto stava accadendo, l’epidemia era una realtà in Cina”.