Usa. Elezioni di medio termine: vincono tutti. Ma ora Trump ha chi gli fa le pulci

di Guido Keller

Più in stile italiano che americano, alla luce del risultato delle elezioni di medio termine negli Usa hanno cantato tutti la vittoria, democratici e repubblicani.
In qualche modo vittoria per tutti lo è stato veramente, con i democratici che hanno conquistato la Camera ottenendo 223 voti e quindi la maggioranza (218), mentre i repubblicani hanno retto (e bene) in Senato, dove si eleggeva un terzo dei seggi.
Quello che tuttavia potrebbe apparire come un pareggio, in realtà per il presidente Usa Donald Trump è una mezza sconfitta, sia perché ora la Camera potrebbe fargli le pulci su ogni cosa, sia perché lui stesso aveva eccessivamente personalizzato il voto, mentre ora si ritrova ad essere un’anatra zoppa, con i deputati pronti a mettergli i bastoni tra le ruote.
I democratici, che hanno fatto il loro lavoro coinvolgendo le minoranze, sono andati bene in alcuni chiave, ma al sud, dove è sentito di più il problema immigrazione, hanno vinto i deputati repubblicani.
In Texas l’ex candidato alle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca, Ted Cruz, ha vinto all’ultimo voto contro il democratico Beto O’Rourke, definito “l’Obama bianco”, mentre nel Sunshine Bill Nelson è stato battuto dall’ex governatore repubblicano Rick Scott. T
Nel Vermont ha tenuto l’ex candidato dem alla Casa Bianca Bernie Sanders, nel Massachusetts Elizabeth Warren, in Virginia di Tim Kaine.
A New York è stata eletta la 29enne Alexandra Ocasio-Cortez per i democratici, Jared Polis è in Colorado il primo governatore dichiaratamente gay, in Michigan Rashida Tlaib (origini palestinesi) e in Minnesota Ilhan Omar (origini somale) diventano le prime deputate musulmane, mentre Sharice Davids in Kansas è la prima nativa americana ad essere eletta.