Usa. Eseguita la 21ma condanna a morte

di C. Alessandro Mauceri

Indifferenti agli inviti e alle esortazioni, come quella di Papa Francesco, di porre fine all’uso di questa pratica ormai rimasta in uso solo in pochi paesi sottosviluppati, gli Stati Uniti d’America hanno eseguito la 21ma condanna a morte dall’inizio dell’anno. Un nuovo record dato che lo scorso anno erano state solo 20.
Ad essere stato ucciso è stato Torrey McNabb, 40 anni, condannato alla pena capitale per aver ucciso un poliziotto nel 1997. La vicenda che aveva portato alla morte del poliziotto ricorda molto un telefilm: quel giorno McNabb, che era stato rinviato a giudizio per furto e uso di sostanze proibite, stava scappando da un cacciatore di taglie dopo non essersi presentato all’udienza. Durante l’inseguimento il cacciatore dei taglie chiese l’intervento della polizia. Ad intervenire fu Anderson Gordon: fu a lui che McNabb sparò prima che uscisse dall’auto. Fuggì ma venne preso, processato e condannato a morte.
Sino alla fine McNabb aveva chiesto che la condanna fosse sospesa perché il metodo adoperato sarebbe “disumano e crudele”, un’iniezione letale. Per questo l’esecuzione era stata rimandata di quasi tre ore, in attesa del parere della Corte Suprema, che ha respinto il ricorso.
È stato dichiarato ufficialmente morto alle 21.38 ora locale nel Centro correzionale Hollman di Atmore, in Alabama, USA. Le sue ultime parole sono state rivolte ai parenti presenti, “Mamma, sorella, guardate i miei occhi. Non ho lacrime. Non ho paura”, e alle autorità statali che hanno eseguito l’ordinanza, “Vi odio, vi odio”.
Tra i metodi di esecuzione adoperati negli Usa il più comune è l’iniezione letale, ma ad essere possibili in teoria sono molti, incluse la fucilazione, la camera a gas, l’impiccagione e la sedia elettrica. Dal 1973 ad oggi sono state eseguite oltre novecento condanne a morte, oltre settemila, invece, sono state annullate. Lo stato con il numero più alto di esecuzioni capitali , oltre il 30%. è il Texas. Tante condanne a morte, troppe per un paese “sviluppato”.