Usa. Esteso il TPS per il Venezuela per altri 18 mesi

di Alberto Galvi

Gli Stati Uniti hanno esteso lo TPS (Status di Protezione Temporanea) per il Venezuela per altri 18 mesi, confermando così l’asilo ai venezuelani residenti negli Stati Uniti che hanno presentato domanda entro l’8 marzo dello scorso anno, come spiegato dal segretario per la sicurezza interna Alejandro Mayorkas.
In questo modo l’amministrazione Biden sta fornendo supporto ai venezuelani in patria e all’estero, dal momento che il Venezuela sta vivendo una grave crisi con la popolazione in fuga a causa dell’aumento della violenza, della mancanza di accesso a cibo e medicine, e dell’incertezza politica.
Il Venezuela è immerso da due decenni in una profonda crisi politica, sociale ed economica attribuita al crollo dei prezzi del petrolio o più ancora alla nazionalizzazione degli impianti estrattivi e di raffinazione, cosa che ha allontanato gli investitori stranieri. Milioni di persone vivono in povertà e ciò ha spinto negli ultimi anni circa 5 milioni di venezuelani a fuggire, principalmente nei vicini paesi sudamericani, e nel sud della Florida.
Il TPS consente al governo degli Stati Uniti di proteggere i cittadini stranieri dall’espulsione quando non è ritenuto sicuro per loro tornare nei loro paesi d’origine. Il mese scorso migliaia di migranti, per lo più provenienti dall’America Centrale e dal Venezuela, sono partiti in cerca di asilo verso il confine con gli Stati Uniti.
Il DHS (Dipartimento per la Sicurezza interna) ha precisato tuttavia che coloro che sono emigrati negli Stati Uniti dopo l’8 marzo 2021 non saranno ammissibili al programma di protezione, cosa che ha suscitato le critiche dai sostenitori della migrazione. La proroga di 18 mesi inizierà il 10 settembre 2022 e scadrà il 10 marzo 2024. Il DHS ha affermato che 343mila venezuelani negli Stati Uniti hanno diritto al TPS.
Molti di coloro che sono immigrati negli Stati Uniti sono diventati ammissibili al TPS: oltre al Venezuela l’amministrazione Biden ha creato uno status temporaneo per le persone provenienti da paesi come Camerun, Myanmar, Ucraina, Haiti, Honduras, Nicaragua, ed El Salvador.
Biden ha promesso di ribaltare alcune delle politiche anti-immigrazione più intransigenti del suo predecessore, nonostante sia stato sottoposto a pressioni politiche a causa dall’elevato numero di migranti richiedenti asilo in arrivo negli Stati Uniti, passando dal confine messicano.