Usa. L’ingerenza russa nelle elezioni americane in sei punti

di Manuel Giannantonio

Il rapporto dei servizi segreti americani sull’ingerenza russa nelle elezioni presidenziali, pubblicato venerdì, afferma chiaramente che il Cremlino ha tentato di indebolire la candidata democratica Hillary Clinton e sostenuto Donald Trump.
Per l’FBI (Federal Bureau Investigation), la NSA (National Security Agency) e la CIA (Central Intelligence Agency), le tre grandi agenzie dei servizi segreti americani, “Putin e il governo russo hanno sviluppato una chiara preferenza per Trump”.
Hanno tentato di aumentare le sue possibilità di essere eletto quando era possibile, screditando Hillary Clinton. “Il fenomeno dell’ingerenza elettorale russa, non è nuovo, ma con le elezioni americane ha visto crescere la propria attività e l’ampiezza del campo d’azione”, stima il rapporto.

Ecco un riassunto dei principali punti del rapporto in punti:

Il rapporto fornisce nuove prove tangibili dell’ingerenza russa?
No. Il rapporto diffuso pubblicamente, privo delle informazioni ritenute top secret, non fa altro che proporre una sintesi d’informazioni già generalmente note. I servizi americani non forniscono nessuna informazione sui dettagli inerenti alla minaccia, così come non forniscono nessun dettaglio su come siano arrivati a tale conclusione. Tuttavia, l’origine delle intrusioni russe nei server del partito democratico è già stata confermata dalle società indipendenti di cyber sicurezza americana.

L’ingerenza russa ha davvero favorito Donald Trump?
Sul tema, i servizi segreti Usa non hanno alcun dubbio: “I servizi americani sono incaricati di sorvegliare e valutare le intenzioni, le capacità e le azioni degli attori stranieri. Non analizzano il processo politico americano o l’opinione pubblica americana”, precisa il testo del rapporto.

I Russi avevano previsto la vittoria di Trump?
Non proprio. Almeno stando a quanto sostiene il rapporto. Il Cremlino cercava, innanzitutto, di fare in modo che Hillary Clinton giungesse allo scontro diretto il più indebolita possibile.
Al momento dello scrutinio Mosca sembrava sempre convinta della vittoria di Hillary. I diplomati russi erano pronti a denunciare le irregolarità e a rimettere in questione la validità del risultato. “Dei blogger russi hanno preparato una campagna “Democrazia riposa in pace” su Twitter, prevedendo la vittoria di Hillary Clinton”, afferma il rapporto.

Cosa dice il rapporto sui pirataggi informatici?
I servizi segreti russi sono penetrati nei pc e negli account social “dei team di campagna elettorale per le primarie, gruppi di riflessione e lobby”, giudicati influenti nell’elaborazione della politica americana.
Il GRU, servizi segreti militari russi, sono “penetrati negli account personali del responsabile del partito democratico”, e hanno “esportato una grande quantità di dati”. Il GRU ha sfruttato “l’avatar Guccifer 2.0, Wikileaks e DCLeaks” per diffondere i dati e “rubare e influenzare la campagna elettorale”.
La Russia ha condotto intrusioni informatiche anche nelle fila repubblicane ma non ha operato allo stesso modo. La Russia ha condotto, inoltre, ulteriori intromissioni informatiche nelle cartelle elettorali delle autorità locali americane. Tuttavia, non ha mirato i sistemi di conteggio.

Cosa dice il rapporto sulle operazioni di propaganda?
“La macchina di propaganda dello Stato russo contenente i suoi media internazionali, quelli che mirano il pubblico internazionale come RT e Sputnik, hanno contribuito alla campagna di influenza servendosi di piattaforme per i messaggi del Cremlino”, indica il rapporto.
La copertura della campagna elettorale di Hillary Clinton è stata “costantemente negativa” su RT, la televisione di Stato russa e il suo sito internet. Gli articoli di RT l’hanno accusata di corruzione, di pessima salute fisica e mentale, e di legami con l’estremismo islamico”, sottolinea il rapporto.
La Russia ha utilizzato anche i suoi gruppi di “trolls” contro Hillary. Il rapporto menziona l’Agenzia “Internet research Agency” con base a San Pietroburgo.

È lecito attendersi una ripetizione d’ingerenza elettorale a Mosca?
L’intelligence americana ne è sicura. “Stimiamo che Mosca applicherà la lezione” appresa in questa campagna elettorale “per nuovi tentativi di influenza nel mondo intero”.