Usa. Il protezionismo di Trump in piccoli passi

di Manuel Giannantonio –

L’amministrazione Trump si è attivata in questi primi giorni che hanno confermato i propositi della campagna elettorale condotta dal candidato repubblicano. Il neo eletto presidente americano, infatti, aveva promesso di ridurre il ruolo degli Stati Uniti nei contributi finanziari alle organizzazioni internazionali, stimando peraltro, che il paese dipende troppo dal rapporto con altre nazioni.
“The Donald”, sta lavorando a due decreti. Il primo inerente ai finanziamenti nelle organizzazioni internazionali, prevede una lunga serie di criteri attraverso i quali tagliare i fondi alle Ong. L’America, si rifiuta di sostenere qualsiasi programma che finanzia l’aborto o che contravviene alle sanzioni contro la Repubblica islamica dell’Iran e la Corea del nord ma soprattutto, si rifiuta di sostenere qualsiasi organizzazione che ha tra i suoi membri la Palestina. Nel 2011, il presidente Barack Obama ha soppresso le sovvenzioni all’Unesco quando l’organizzazione ha accettato i Palestinesi. Il progetto prevede anche di eliminare i finanziamenti a qualsiasi organizzazione che è controllata o influenzata dagli Stati Uniti che sponsorizzano il terrorismo o violano i diritti dell’Uomo.
Se si giudicano i documenti sui quali l’amministrazione sta lavorando, si parla di mantenimento della pace, di Corte internazionale della Giustizia (CIJ), di aiuto allo sviluppo… Eppure, gli Stati Uniti non finanziano la CIJ! Al contrario, sono il più grande finanziatore dell’Onu, per la quale forniscono circa il 22% del budget di funzionamento e più di un quarto dei finanziamenti delle operazioni di mantenimento della pace. Il decreto evoca un abbassamento “di almeno il 40% del contributo americano” alle organizzazioni internazionali.
L’altro decreto, mira ad esaminare tutti i trattati esistenti e in corso di ratifica. Secondo, il testo si tratta soltanto di revisionare i trattati multilaterali che non sono “direttamente legati alla sicurezza nazionale, l’estradizione o il commercio internazionale”. Gli Accordi di Parigi sul clima potrebbero, dunque, probabilmente essere implicati nel decreto. Il testo menziona due trattati delle Nazioni Unite a riesaminare, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazioni contro le donne e la Convenzione sui diritti dei bambini. Tuttavia, gli Stati Uniti non ne hanno firmato nemmeno uno…