Usa. Immigrazione: la sinistra stenta, la destra sorride alle urne

di Domenico Maceri *

SAN LUIS OBISPO (Usa). “Sull’immigrazione siamo più umani della sinistra”. Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia durante la campagna elettorale conclusasi con la vittoria del centrodestra. La questione dell’immigrazione è spinosissima, ma per la destra di Italia, di Usa, di Svezia ed du altri Paesi ha recato benefici alle urne.
In America la paura dei migranti associati con il crimine è stata usata da Donald Trump all’inizio della sua campagna presidenziale nel 2016 quando disse che il Messico non stava mandando i suoi migliori cittadini negli Usa. L’allora candidato presidenziale disse che i criminali venivano in America dal sud, suggerendo che erano esclusivamente responsabili di reati per droga e di tanti altri mali che affliggono gli Usa. Trump ha usato i peccati di una piccolissima parte per dipingere la totalità del gruppo con la sua generalizzazione.
I fatti sono diversi, poiché da studi scientifici come quelli del Cato Institute, think tank statunitense di orientamento libertario, sappiamo che i migranti, anche quelli senza documenti di residenza legale, commettono meno reati dei cittadini nati in America. È logico. Una delle paure dei migranti è quella della deportazione e quindi tendono a stare lontani dai crimini. Una volta deportati, rientrare in America sarebbe quasi impossibile perché dovrebbero fare il lunghissimo e pericolosissimo tragitto di nuovo.
I fatti però importano poco agli elettori ansiosi. La semplicissima soluzione di chiudere la frontiera con i muri non risolverebbe però il problema. Bisogna tenere presente che il 42% dei migranti senza documenti entra negli Usa con visti turistici o studenteschi e poi vi rimangono, come ci informa uno studio del non-partisan Center for Migration Studies.
La paura domina però la mente degli elettori, e i politici di destra ne hanno fatto buon uso per raccogliere voti a valanga, anche dagli indipendenti. Questa paura non si limita a elettori bianchi, ma preoccupa anche i latinos, come ci dimostra il relativo successo di politici di destra appartenenti a questo gruppo. Va ricordato che Trump nell’elezione del 2020 aveva ricevuto più voti latinos in comparazione al 2016. La maggioranza dei latinos ha preferito Joe Biden, ma in numero i latinos, specialmente gli uomini, ha visto Trump come accettabile nonostante la sua aspra retorica anti-immigrati.
I successi della destra con la questione dell’immigrazione si devono principalmente alla paura suscitata dai nuovi arrivati, ma anche alla risposta inadeguata della sinistra. In Italia e in America la sinistra ha offerto deboli risposte per risolvere la situazione. In America si era parlato a lungo sulla soluzione di nuove leggi per consolidare lo status degli undici milioni di individui senza permessi di residenza legale nel Paese. Proposte di legge sono state approvate, ma alla fine i Repubblicani hanno bloccato tutto. Persino la situazione dei “dreamers”, giovani portati in America senza documenti dai loro genitori, non è stata risolta nonostante siano visti di buon occhio dalla stragrande maggioranza degli americani.
Negli Usa non c’è un problema di immigrazione non autorizzata dal confine col Canada, poiché le due economie sono molto simili. Al sud la situazione è diversa perché la povertà, le guerre civili e l’insicurezza creano disperazione, costringendo migliaia di gente a lasciare il loro Paese. Il trattamento dei migranti che arrivano negli Usa con l’amministrazione di Joe Biden è migliorato in comparazione a quello del suo predecessore. Alcuni politici di destra in Italia hanno suggerito che i migranti vadano aiutati a casa loro. Giusto. Quando però è la destra al potere, come è avvenuto in Italia durante il 2018-19 con Matteo Salvini vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, la situazione è divenuta più grave.
In America il risolvere i problemi dell’immigrazione aiutandoli a casa loro è menzionato, ma non a voce alta. Ci sono ben altri problemi da affrontare e l’immigrazione non diventa centrale nelle campagne elettorali della sinistra. Per la destra invece parlare di immigrazione ricorda le loro semplici ed inefficaci risposte di chiudere i confini e dare priorità agli americani. Quelli che riescono ad entrare nel paese però si aggiungeranno agli undici milioni di individui senza permesso residenziale, costretti a fare i lavori più umili, contribuendo comunque all’economia americana. Di questi giorni le aziende americane hanno bisogno di 10 milioni lavoratori che non riescono a trovare. Si dovrebbe dunque effettuare una “riforma comprensiva” di immigrazione come ha recentemente dichiarato Nancy Pelosi, democratica di San Francisco, e speaker della Camera. Ciò è improbabile a meno che non succeda un terremoto politico e i Democratici ottengano la maggioranza assoluta nelle due Camere. I Repubblicani non sono affatto motivati in buona parte perché ricevono più consensi elettorali spaventando gli americani con la retorica dei migranti come pericolosi alla loro sicurezza.

* Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.