Usa. Indignazione per i bambini dei migranti separati dai genitori e messi nelle gabbie

Poi Trump ci ripensa e firma l’ordine di ricongiungimento con le famiglie.

di Elisabetta Corsi –

L’ultimo scandalo che scuote l’America di Trump in tema di immigrazione è quello dei figli di migranti provenienti dal Messico che oltre ad essere separati dalle famiglie ora sono anche rinchiusi nelle gabbie, in Texas. Questa è la politica di tolleranza zero verso i migranti inaugurata dall’amministrazione di Donald Trump, che lui difende a spada tratta, in quanto secondo lui unico mezzo per difendersi dall’immigrazione clandestina.
Si parla della detenzione di circa duemila minori latinoamericani strappati alle famiglie, ogni gabbia può contenere fino a venti bambini che hanno a disposizione bottiglie d’acqua, pacchetti di patatine e larghi fogli di carta d’alluminio come lenzuola, come quelli che si usano per avvolgere il cibo ma in questo caso coprono degli esseri umani e dormono praticamente sul pavimento. Ma il problema per questi bambini è di essere ingiustamente separati dai genitori, da un momento con l’altro, alcuni di questi anche piccoli e quindi hanno bisogno della figura della madre, questo a lungo può portarli a sviluppare un vero e proprio trauma. Secondo le regole, non dovrebbero esserci bambini sotto i cinque anni, che non dovrebbero essere separati ma in realtà non è raro trovare anche loro da soli o accuditi da adolescenti. Questa situazione dura finché non viene pronunciato un verdetto che sancisce la possibilità o meno per la famiglia di rimanere negli Stati Uniti; la detenzione quindi può durare anche settimane, in attesa per questa famiglie sia di avere una nuova vita ma soprattutto di poter riabbracciare i figli. Secondo alcune fonti, i minori sarebbero sottratti con l’inganno, col pretesto di portarli a lavarsi e poi comunicando ai genitori che probabilmente non li vedranno più, un metodo che se fosse confermato sarebbe alquanto inquietante.
In opposizione a questa politica, in prima linea, la first lady Melania che ha dichiarato inaccettabile separare i bambini dai genitori. Dopo di lei contro questa decisione anche Laura Bush in un infuocato articolo sul Washington Post, ha affermato che ricordano azioni che venivano compiute durante la seconda guerra mondiale ma non si sono tirate indietro neanche due altre ex first lady: Michelle Obama e Hilary Clinton (principale avversaria di Trump alle presidenziali). Papa Francesco anche lui si è espresso contro questa politica sostenendo che è immorale e contro i valori cristiani, e la premier britannica, Theresa May, commentando le foto dei bambini che piangono contro le sbarre, le ha definite altamente inquietanti e impressionanti.
Le Nazioni Unite si sono espresse attraverso il segretario generale Antonio Guterres dichiarando che “I bambini non devono essere traumatizzati dividendoli dai genitori. L’unità della famiglia deve essere preservata. Rifugiati e migranti devono essere trattati con dignità, rispetto e in conformità del diritto internazionale”. Ma anche i normali cittadini si sono mobilitati manifestando per le strade americane contro la politica migratoria della separazione delle famiglie e contestata al ristorante, anche Kirstjen Nielsen, segretaria della sicurezza interna e che ha sostenuto questa decisione.
Sotto la pressione dell’indignazione internazionale, con tanto di repubblicani noti che hanno stracciato le tessere, il presidente Usa Donald Trump ha poi ammesso la sconfitta e ha firmato l’ordine esecutivo per riunire le famiglie.