Usa. La politica californiana sui migranti: modello per altri Stati?

di Domenico Maceri * –

SAN LUIS OBISPO (Usa). “Siamo uno Stato… dove il 27% sono immigrati”. Così Gavin Newsom, governatore della California, dopo avere firmato una legge che permetterà a tutti i residenti del Golden State di ottenere una carta di identità statale, misura applicabile anche a quelli senza documenti di autorizzazione legale di residenza in Usa.
In California, come in altri Stati, si usa spesso la patente automobilistica come documento di identità. Il Golden State offre due tipi di queste patenti, una che richiede prova di documenti di residenza legale o cittadinanza, e una seconda accessibile a tutti, anche a quelli senza questi tipi di documenti. Ambedue patenti possono essere usate come identificazione, ma la prima è anche valida per accedere ad esempio ai voli perché soddisfa i requisiti federali di identificazione.
Per coloro che non guidano è possibile ottenere una carta d’identità statale, che fino al cambiamento della nuova legge richiedeva documenti di residenza legale. Con la nuova legge anche gli individui senza patente e senza documenti di residenza legale negli Usa potranno ottenere un documento utilissimo per aprire conti in banca, ricevere alcuni benefici governativi, e avere accesso più facile alla sanità. Gli studenti senza permessi di residenza legale avranno accesso più facile a rette statali molto più basse di quelle pagate da studenti internazionali, ed altri benefici per potere finanziare le loro carriere accademiche. La nuova legge, AB 1766, è stata sponsorizzata dal parlamentare statale Mark Stone (Democratico di Scotts Valley, zona di Santa Cruz) e beneficerà 1,6 milioni di individui. Il 22% degli 11 milioni di individui in America senza autorizzazione di residenza legale vive in California.
Possedere un documento statale che identifica l’individuo corrisponde a un grande beneficio che riconosce i contributi di questi residenti. Spesso i migranti fanno i lavori più umili. Molti lavorano nell’agricoltura, indispensabile non solo per i californiani ma anche per tanti altri dove i prodotti agricoli del Golden State vengono esportati.
L’identificazione permette anche più inclusione e incoraggia questi residenti a partecipare attivamente in tutti gli aspetti della vita sociale. I genitori saranno più propensi a garantire l’istruzione dei loro figli con la consultazione degli insegnanti. Inoltre riduce la paura di fornire testimonianze in caso di reati osservati, e incoraggia le donne che potrebbero essere vittime di violenza domestica a riportare gli abusi.
La carta di identità statale per tutti, senza riguardo di status migratorio, si collega all’accesso alle patenti automobilistiche. Oltre alla California altri 15 Stati, considerati liberal, lo permettono. Anche lo Utah, “red State” ossia conservatore, lo concede. L’idea è anche quella di facilitare l’integrazione di persone che contribuiscono con il loro lavoro all’economia e allo stesso tempo di assicurarsi che tutti gli automobilisti siano preparati a guidare, cosa che porterebbe ad una riduzione degli incidenti stradali. La concessione della patente, che in alcuni di questi stati può essere usata come carta di identità, riconosce anche il valore degli immigrati come validi membri della società al livello pratico, ma anche umano.
Ciò non avviene in tutti gli Stati. Come si è visto recentemente alcuni Stati conservatori hanno cercato di usare i migranti per sottolineare gli aspetti negativi dell’immigrazione. Va ricordato che il mese scorso il governatore Ron DeSantis della Florida ha ingannato una cinquantina di richiedenti asilo facendoli trasportare dal Texas a Martha’s Vineyard, nel Massachusetts. DeSantis aveva promesso loro un trasporto e un lavoro, ma intendeva solo imbarazzare l’amministrazione di Joe Biden per la questione dell’immigrazione non autorizzata. Difatti DeSantis se ne è vantato anche in un’intervista alla Fox News, emittente conservatrice di Rupert Murdoch. Le sue azioni però hanno avuto ripercussioni ed è stato denunciato per trasporto illegale di migranti da uno Stato all’altro.
Newsom ha preso un’altra strada sui migranti, riconoscendo il loro valore e la loro umanità. Per reiterare l’azione poco ammirevole di DeSantis, il governatore della California si è recato in Texas attaccando il suo possibile rivale in vista delle future elezioni nazionali, poiché ambedue hanno dato segnali di volersi ripresentare per un nuovo mandato. Newsom, in un’intervista al Texas Tribune Festival, ha dichiarato che DeSantis era venuto nel Lone Star State per trovare vittime da usare per scopi politici e poi sfruttare la sua trovata per raccogliere fondi. “Che cosa ci dice questa sua azione sul suo carattere e quello del Partito Repubblicano, che ha celebrato questo atto di crudeltà e disumanizzazione?, ha domandato retoricamente Newsom.
La strada della California sotto la guida di Newsom è stata reiterata dal governatore dichiarandosi fiero della nuova legge “che supporterà i nostri immigrati che rendono il nostro Stato ogni giorno più forte”. La strada per l’inclusione e la valorizzazione dei migranti potrebbe divenire esempio agli altri Stati americani, come spesso avviene nei casi dove la California, lo Stato più popoloso e ricco del Paese, prende la leadership delle iniziative. Potrebbe allo stesso tempo servire da modello per altre parti del mondo che devono affrontare lo spostamento di persone costrette a lasciare i loro paesi alla ricerca di un futuro migliore.

* Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.