Usa. Lista di obiettivi delle sanzioni: colpiti ministri e oligarcahi, a cominciare da Lavrov

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Una lista con 210 nomi destinati alle sanzioni Usa: è la “Putin list” che l’amministrazione Trump ha steso attraverso il dipartimento del Tesoro, non ancora attiva ma che ha già avuto ripercussioni sul rublo e con lo scopo di colpire enti e personalità russe, “bollati – come ha definito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – come nemici degli Stati Uniti”.
I nomi sono tutti eccellenti, a cominciare dal ministro degli Esteri Serghej Lavrov e dal primo ministro Dmitrij Medvedev. Poi vi sono Roman Abramovic del Chelsea, German Gref, ad. di Sberbank, Igor Sechin, il capo del gigante petrolifero Rosneft, Alexei Miller, ad. di Gazprom, Alisher Usmanov, magnate dei metalli e comproprietario di Arsenal, Evgenij Kasperskij, del settore della cybersicurezza, Arkadij Volozh, servizi internet, e poi il ministro della Difesa Sergey Shoygu, il ministro dello Sviluppo economico Maksim Oreshkin, il ministro dell’Energia Aleksandr Novak e quello dello Sport Pavel Kolobkov, passando per oligarchi e imprenditori di primo livello.
Le reazioni alla “Putin list” sono state le più diversificate, e Leonid Slutskij, presidente della Commissione esteri della Duma, ha commentato che così viene “minata ogni possibilità di dialogo tra Mosca e Washington”.
Lo scopo delle sanzioni, al momento solo annunciate, sarebbe tuttavia da leggersi più come mossa politica interna volta a gettare fumo sul Russiagate, che potrebbe ab extremis portare all’impeachment di Donald Trump.
Tant’è che, al contrario di quanto ci si immaginava, non sono state annunciate sanzioni contro Paesi o compagnie che fanno affari con la Difesa e l’intelligence russa, dal momento che è stata reputata più che sufficiente legislazione già in vigore.