Usa. Mattarella vede Trump, tensione su dazi e Nato

di Guido Keller

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è incontrato ieri a Washington con Donald Trump nello Studio Ovale, dove i due hanno affrontato una rosa di temi tra i quali i dazi e la crisi libica. In conferenza stampa il padrone di casa ha tuttavia rubato la scena a Mattarella prodigandosi in una sorta di comizio di oltre mezz’ora in cui ha parlato di Siria e della “ritirata” degli Usa dalle guerre lontane, come se non vi fossero altri militari statunitensi in Medio Oriente, e dei provvedimenti commerciali adottati nei confronti dell’Ue in risposta agli aiuti pubblici alla Airbus, primo concorrente della statunitense Boeing che vede il coinvolgimento di Francia, Gb, Germania e Spagna.
Il presidente italiano si è quindi dovuto prendere la parola auspicando l’adozione da parte Usa di un metodo “collaborativo nello spirito transatlantico” al fine di evitare ritorsioni e controritorsioni, cioè una guerra commerciale deleteria per entrambe le parti. Da notare che se la Airbus ha percepito fondi pubblici la Boeing non è stata da meno, ma Trump ha stigmatizzato il comportamento europeo ed ha detto che i dazi non sono una ritorsione, bensì una rimessa alla pari, anche perché “noi americani non possiamo perdere questa guerra dei dazi per squilibrio commerciale”. Poi, nel corso della conferenza stampa, ha ammorbidito i toni affermando che “Non vogliamo essere duri con l’Italia, vedremo di affrontare l’argomento”.
Se l’è presa con Roma perché “paga solo l’1 per cento invece del 2 per cento” del pil di contributo alla Nato, per cui ha detto di sperare che “aumenti le spese militari”, e si è compiaciuto con l’Italia per l’acquisto di 90 F-35, riportando che il programma procede nel modo corretto. Per Mattarella “la Nato rappresenta una comunità di valori in cui l’Italia si riconosce e a cui partecipa”, ed a Trump ha fatto notare che “siamo il quinto contributore Nato e il secondo in termini di forze e di militari”.