Usa. Migranti: la “tolleranza zero” di Trump separa migliaia di bambini dai genitori

di C. Alessandro Mauceri –

Dopo la vicenda dei Dreamers e quella degli unaccompanied minors, che ha visto finire sotto accusa il Congresso degli Stati Uniti d’America per il trattamento riservato ai minori stranieri non accompagnati (è emerso che di oltre 1400 di loro si erano perse le tracce), un’altra notizia, anche questa riguardante i minori stranieri, sta diventando oggetto di ardue dispute negli USA. La decisione del governo Trump di adottare il pugno duro e di rinchiudere in cella tutti i migranti che cercano di entrare nel paese dal Messico senza regolare permesso, ha avuto come conseguenza la separazione di quasi duemila minori dalle proprie famiglie in poco più di un mese, dal 19 aprile al 31 maggio. A denunciare l’accaduto anche le Nazioni Unite che hanno condannato il trattamento riservato ai minori e la violazione dei diritti dei bambini. “La detenzione per immigrazione e la separazione familiare come deterrente contrastano con gli standard e i principi dei diritti umani”, ha detto Ravina Shamdasani, portavoce per l’Alto Commissario ai Diritti umani, “e l’interesse del bambino viene prima di ogni altra cosa”. Dura la risposta di Nikki Haley, ambasciatrice americana alle Nazioni unite: “Né l’Onu né chiunque altro può stabilire come gli Stati Uniti debbano difendere i propri confini”. Nel tentativo di giustificare la decisione del governo, il general attorney, Jeff Sessions, ha citato perfino la Bibbia.
Dopo l’arresto dei genitori, i minori sottratti al padre o alla madre o a entrambi vengono trasferiti in centri gestiti dai servizi sociali, senza che, ad oggi, si sappia ancora nulla delle procedure eventuali per la loro riunificazione. Michael Paarlberg, columnist del Guardian e professore di scienze politiche alla Virginia Commonwealth University ha dichiarato: “E’ impossibile guardare alla pratica della separazione della famiglia dei migranti da parte dell’amministrazione Trump e osservarla come qualcosa di diverso da ciò che è: un abuso sui minori istituzionalizzato”. Un trattamento volutamente duro che servirebbe “per dare una avvertimento agli altri migranti”.
Oltre ad avere un peso rilevante sulla crescita dei minori oggetto di queste violenze, la vicenda sta avendo notevoli ripercussioni dal punto di vista politico. A poche settimane dalle elezioni di medio termine, se da un lato l’incontro di Trump con il leader nordcoreano Kim Jong-un è stato presentato come un notevole successo, dall’altro l’introduzione di dazi contro la Cina (alla quale Pechino ha già risposto con 50 miliardi di dollari di contro-dazi) e ora il trattamento dei minori stranieri potrebbero avere conseguenze disastrose. Quanto sta accadendo “è immorale, atroce”, ha scritto su Twitter una senatrice democratica Dianne Feinstein. Dello stesso avviso il senatore dell’Oregon Jeff Merkley che ha riferito che i bambini sono raccolti in centri che sembrano «canili».
Se il giudizio dei democratici è durissimo anche tra i repubblicani non manca il disagio che serpeggia nei corridoi del Campidoglio. Anche perché la decisione di adottare un trattamento così duro rischia di far perdere parecchi consensi: come quello dell’influente predicatore evangelista Franklin Graham. “L’amministrazione non mostra alcun segno di voler ritrattare”, ha detto Tom Jawetz, responsabile dei problemi di immigrazione per il think tank Center for American Progress.
Intanto diverse inchieste giornalistiche dei media statunitensi stanno mettendo in luce che l’uso di modi duri da parte della polizia di frontiera USA è ormai una prassi consolidata e che la volontà di rinchiudere anche i bambini potrebbe diventare un’abitudine: pare che siano in avanzata fase di realizzazione alcuni campi di detenzione per bambini e ragazzini. Il centinaio di centri di detenzione di minori esistenti, infatti, da tempo è al limite. Al punto che, in Texas, centinaia di ragazzi di età compresa tra 10 e 17 anni pare siano stati alloggiati in un ex supermercato. A Tornillo, in texas vicino a El Paso che dovrebbe ospitare 450 persone in tende. Lo stesso a Brownsville, sempre in Texas, che dovrebbe ospitare circa 1.500 minori, dai 10 ai 17 anni.
Al confine con il Messico, inoltre, le autorità hanno installato tende climatizzate per far fronte all’afflusso di minatori. Non lontano da dove già nel 2016, sotto la presidenza del democratico Barack Obama, era stato allestito un “centro di detenzione temporanea” utilizzato per ospitare famiglie di migranti ma senza separarle.