Usa. Netanyahu in visita per l’appoggio bipartisan, ma restano le tensioni

di Giuseppe Gagliano

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è recato a Washington dove ha incontrato l’alleato Joe Biden, in un momento cruciale nelle relazioni tra Stati Uniti e Israele per le crescenti tensioni dovute alla gestione del conflitto di Gaza. La decisione del presidente Joe Biden di non ricandidarsi aggiunge ulteriore incertezza a un periodo già complesso, mentre Netanyahu cerca di consolidare il sostegno bipartisan negli Stati Uniti nonostante le crescenti critiche per la mattanza di palestinesi che ha raggiunto ormai i 39mila morti, di cui un terzo bambini.
Netanyahu ha elogiato Biden per il suo contributo ai legami bilaterali, ma il viaggio è visto anche come un’opportunità per ristabilire rapporti con Washington, compromessi dai contrasti su Gaza e dalle pressioni statunitensi per riprendere i negoziati con i palestinesi.
Il discorso al Congresso, orchestrato dalla leadership repubblicana, è un tentativo di rafforzare il coordinamento tra Stati Uniti e Israele di fronte all’instabilità regionale e alla minaccia iraniana. Tuttavia Netanyahu deve affrontare una crescente opposizione sia interna che internazionale: in Israele le proteste chiedono da mesi il cessate-il-fuoco e la liberazione degli ostaggi ancora detenuti da Hamas, mentre a livello globale Israele è sempre più isolato a causa della sua campagna a Gaza e delle politiche di espansione degli insediamenti in Cisgiordania.
La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia Onu sull’illegalità dell’occupazione dei territori palestinesi e la richiesta della Corte Penale Internazionale di un mandato di arresto contro Netanyahu evidenziano le sfide legali e diplomatiche che il premier deve affrontare.
Sul fronte interno Netanyahu è sotto pressione per avviare un’inchiesta sulle falle della sicurezza che hanno portato all’attacco del 7 ottobre, con la maggior parte degli israeliani che lo ritiene responsabile e che è favorevole a un cambiamento di leadership. Nonostante tutto il premier israeliano cerca di dimostrare la sua capacità di mantenere relazioni solide con gli Stati Uniti, utilizzando la visita come piattaforma per consolidare il suo ruolo di leader in un momento di grande incertezza geopolitica.
Negli Usa vi sono presenti critiche per la fornitura continua di armi a Israele da parte dell’amministrazione democratica, utilizzate anche per compiere il genocidio in corso. Sono 750mila gli israeliani che vivono illegalmente nei territori dei palestinesi.