Usa. Nonostante il voto del Congresso, la Casa Bianca non riconosce il Genocidio degli armeni

di Ghazy Eddaly

L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha reso noto di non considerare le uccisioni di massa degli armeni avvenute nel 1915 come un “genocidio”. L’iniziativa va letta nel tentativo di mantenere aperti i già delicati rapporti con la Turchia, la quale ha protestato per il recente voto al Senato e alla Camera che invece ha riconosciuto il genocidio effettuato dai militari turchi.
Stando alla portavoce del ministero degli Esteri, Morgan Ortagos, “la posizione della presidenza non è cambiata” dopo il voto del Congresso, e “le nostre opinioni si riflettono nella dichiarazione di aprile del presidente su questo specifico tema”.
In occasione dell’anniversario del Genocidio degli armeni Trump aveva affermato che gli Stati Uniti onorano le vittime di “una delle peggiori uccisioni di massa del ventesimo secolo”, ma non ha usato la parola “genocidio”. Ha inoltre incoraggiato gli armeni e i turchi a “superare la storia dolorosa”.
La Turchia rifiuta di usare il termine “genocidio” e parla di reciproci massacri a causa della guerra civile e della carestia che hanno causato una centinaia di migliaia di vittime tra turchi e armeni.
Dopo che la Camera dei deputati ha votato a fine di ottobre il riconoscimento del genocidio, lo scorso giovedì il Congresso ha adottato all’unanimità un testo “per commemorare il Genocidio armeno riconoscendolo formalmente”. Il giorno successivo la Turchia ha convocato l’ambasciatore statunitense ad Ankara, David Satterfield, per fargli avere la protesta formale.
Il presidente turco si è impegnato a rispondere alle sanzioni che gli Stati Uniti potrebbero imporre al suo paese minacciando di chiudere la base di Incirlik, utilizzata dalle forze statunitensi, mentre il Pentagono ha risposto che gli Stati Uniti stavano facendo sforzi per mantenere le relazioni con la Turchia dopo l’acquisto dei missili S-400 dalla Russia nonostante si trattasse di un paese Nato.