Usa. Proteste dei sioux dopo l’ordine di Trump di riprendere i lavori dell’oleodotto

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Dopo che il presidente Usa Donald Trump ha firmato il via libera al progetto di costruzione dell’oleodotto Dakota Access, controverso in quanto passa sulle terre “sacre” degli indiani sioux, il senatore John Hoeven ha reso noto che al Genio militare è arrivato l’ordine di garantire lo svolgimento dei lavori sotto il lago Oahe, un bacino situato lungo il fiume Missouri.
Per via delle proteste dei nativi i genieri stavano valutando un percorso alternativo dell’oleodotto, ma Hoeven, che è senatore del North Dakota, ha informato i media che il il sottosegretario per l’esercito Robert Speer ha ordinato ai tecnici militari di consentire il completamento dei lavori come da progetto in corso, e quindi con il tragitto sulle terre dei sioux.
L’oleodotto da 3,7 miliardi di dollari è progettato per trasportare 470mila barili di greggio al giorno attraverso quattro Stati, dal North Dakota a un terminal in Illinois, e sarà lungo 1.800 km. Permetterà di abbattere i costi per il trasporto del greggio estratto nel Nord Dakota, alla frontiera con il Canada.
Gli indiani temono che con il tempo possa guastarsi l’oleodotto e quindi verificarsi una fuoriuscita ed inquinare le falde acquifere e le acque del fiume Missouri, questo centrale per l’ecosistema e la vita sociale negli abitanti della riserva.
Dave Archambault II, presidente della tribù dei Sioux di Standing Rock, ha dichiarato in un comunicato che “Il presidente Trump è obbligato per legge a rispettare i nostri diritti sanciti dai trattati e deve impegnarsi nella realizzazione di un progetto equo e ragionevole. Gli americani conoscono questo oleodotto che è stato ingiustamente deviato verso la nostra nazione e senza il nostro consenso. Il tracciato dell’oleodotto rischia di violare i nostri diritti, contaminare la nostra acqua e quella di 17 milioni di americani a valle”.
Dopo mesi di proteste i sioux avevano ottenuto sotto la presidenza Obama una prima vittoria obbligando i progettisti dell’opera a fermarsi a seguito degli studi effettuati dai genieri dell’esercito, ma l’ordine i Trump ha rimesso tutto in funzione.
Agli indiani ora restano solo la via delle carte bollate e quella delle proteste, che sono riprese vigorose.