di Alberto Galvi –
Un giudice federale degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di immunità diplomatica dell’uomo d’affari Alex Saab, stretto alleato del presidente venezuelano Nicolas Maduro. Gli avvocati di Saab hanno sostenuto che l’uomo agiva come diplomatico per il governo venezuelano.
Il giudice Robert Scola ha respinto queste argomentazioni con una sentenza di 15 pagine dove si afferma che, poiché gli Stati Uniti non riconoscono la legittimità del secondo mandato di Maduro, il tribunale non può riconoscere Saab come rappresentante del suo governo. La decisione continua con una battaglia legale durata quasi due anni su Saab, che ha inasprito le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Saab di aver partecipato a un programma di corruzione iniziato nel 2011 e continuato fino al 2015. I pubblici ministeri statunitensi accusano Saab di aver sottratto circa 350 milioni di dollari dal Venezuela attraverso gli Stati Uniti in un piano che prevedeva la corruzione di funzionari del governo venezuelano.
Saab deve affrontare un’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, che comporta una pena massima di 20 anni di carcere. I pubblici ministeri avevano precedentemente richiesto che sette ulteriori accuse fossero ritirate per rispettare i termini dell’estradizione di Saab.
La decisione del giudice statunitense di rifiutare la richiesta di immunità diplomatica di Saab deriva dal fatto che il regime di Maduro e i suoi complici hanno fabbricato documenti per Saab nel tentativo di sfruttare la legge sulle immunità diplomatiche e impedire la sua estradizione negli Stati Uniti.
La cattura di Saab è stata inizialmente considerata un successo dall’amministrazione Trump per estromettere Maduro, ricercato a sua volta con l’accusa di traffico di droga negli Stati Uniti. La battaglia legale sul presunto status diplomatico di Saab continua, con il governo di Maduro che ha chiesto il rilascio dell’uomo d’affari colombiano come parte dei negoziati con la Casa Bianca a guida Biden.