Usa. Russiagate: Manafort si riconosce colpevole di cospirazione. Una grana per Trump

di Guido Keller –

Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, ha scelto di arrivare ad un accordo con il procuratore speciale Robert Mueller per evitare un secondo processo penale a suo carico. Si è quindi dichiarato colpevole di vari capi d’accusa contestatigli tra cui la cospirazione, cosa che di conseguenza getta un’ulteriore ombra sull’elezione del 45mo presidente Usa, un passo importante sulla via di un possibile impeachment. Manafort è accusato di associazione a delinquere, riciclaggio e manomissione di prove, e già al processo di primo grado è stato ritenuto colpevole di 8 capi d’accusa sui 18 contestati, in quanto su 10 non è stata trovata l’unanimità fra i giurati. Nel processo di agosto i reati contestati erano legati alla frode fiscale ed al finanziamento illecito, ma il tutto ricade nel caso del Russiagate, ovvero dell’hackeraggio da parte dei russi di oltre 20mila mail dei democratici divulgate nel giugno 2016 che indicavano un’operazione del comitato centrale del Partito Democratico, che avrebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio di Hillary Clinton, uno scandalo che fece crollare in breve tempo il vantaggio dell’ex segretario di Stato su Trump di 9 punti.
Gli hacker russi hanno lavorato, ma in cambio di cosa? Al processo è stato stabilito che Manafort “abbia orchestrato trame per non pagare le tasse su introiti legati a consulenze per il governo ucraino, e per frodare le banche in modo da ottenere finanziamenti”. C’è tuttavia da specificare che Manafort è risultato essere stato sul libro paga del partito filorusso dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, per delle consulenze da 12,7 milioni di dollari che interessarono il periodo dal 2007 al 2012. Una montagna di denaro evasa, ma anche tanto imbarazzo per l’allora candidato repubblicano: gli inquirenti ucraini avevano informato che da una loro inchiesta su società utilizzate dal cerchio magico di Yanukovich per mantenere un lussuoso stile di vita era saltato fuori un affare di 18 milioni di dollari per vendere partecipazioni della tv via cavo ucraina a una società creata in partnership tra lo stesso Manafort e un oligarca russo, Oleg Deripaska, vicino al presidente russo Vladimir Putin.
Il 69enne Manafort rischia decenni di carcere.