Usa. Russiagate: il WP, ‘Trump indagato per ostruzione alla giustizia’

di Guido Keller –

Se non è ancora impeachment, la via è quella. O almeno lì che il vulcanico Donald Trump, che ieri ha compiuto 71 anni, sembra essere suo malgrado diretto, spinto dal ciclone del Russiagate, che elemento su elemento sta accrescendo la sua forza.
La notizia è i quelle che fanno tremare i palazzi del potere e non solo: il Washington Post, rifacendosi a proprie fonti, ha reso noto che il presidente degli Stati uniti d’America sarebbe indagato per intralcio alla giustizia, ovvero che “Il procuratore speciale che guida l’inchiesta sul ruolo della Russia nelle elezioni del 2016 interrogherà alti dirigenti dell’intelligence come parte di una più ampia indagine che ora include la presa in considerazione dell’ipotesi di ostruzione della giustizia da parte di Donald Trump”.
Tutto è iniziato durante la campagna elettorale, quando, secondo Hillary Clinton, hacker russi avevano divulgato le oltre 20mila email del partito democratico portando alla luce un’operazione del comitato centrale, che avrebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio dell’ex segretario di Stato. Proprio ieri al Senato repubblicani e democratici hanno raggiunto un’intesa su un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, per i diritti umani calpestati ma anche per il sospetto cado di hackeraggio da parte dei russi delle mail del partito democratico.
Poi c’è stato il caso Michael Flynn, l’effimero consigliere per la Sicurezza nazionale che avrebbe tenuto contatti con la Russia sia prima che dopo la campagna elettorale, addirittura promettendo all’ambasciatore russo a Washington Sergey I. Kislyak l’eliminazione delle sanzioni al suo paese.
Il capo dell’Fbi James Comey voleva andare a fondo sui rapporti di Flynn, ma Trump gli aveva chiesto di insabbiare le indagini, “lascialo andare, è un bravo ragazzo”. Rifiutatosi, Comey è stato licenziato il 9 maggi, ma in occasione dell’audizione presso la commissione intelligence del Senato ha affermato che “la Russia ha interferito nelle elezioni americane e cercherà di farlo ancora. Non sono devoti a un partito o un altro, lavorano solo per ottenere vantaggi per loro stessi”.
Martedì scorso il ministro Jeff Sessions è stato riascoltato dalla stessa commissione senatoriale dove ancora una volta ha negato sotto giuramento di avere avuto rapporti con i russi durante la campagna elettorale, ma l’Fbi continua a dirsi certa di avere le prove di almeno tre incontri dell’Attorney General con l’ambasciatore russo Kislyak.
La commissione vuole anche sentire il genero di Trump, pure lui per poco tempo consigliere, Jared Kushner, il quale aveva rapporti con Flynn ma anche con Serghei Gorkov, capo della banca russa Vneshecononmbank, vicina al Cremlino e nell’elenco degli obiettivi delle sanzioni.
Per il Washington Post il procuratore speciale Robert Mueller vuole anche sentire i vertici dei servizi segreti, e uno dei portavoce di Trump, Marko Corallo, ha fatto notare che “la fuga di notizie dell’Fbi riguardanti il presidente è scandalosa, ingiustificabile e illegale”.
I primi che Mueller ascolterà, anche perché si sono dichiarati prontamente disponibili, sono il capo della National intelligence Daniel Coats, il direttore della Nsa Mike Rogers e il suo ex vice Richard Ledgett.
Mueller intende quindi andare oltre il battibecco fra il presidente e l’ex direttore dell’Fbi, da l primo appellato come “bugiardo” e “gola profonda”, vuole scavare e vedere una volta per tutte se ci sono davvero stati rapporti di Trump o del suo staff con Mosca.