Usa. Salta il voto al Senato sull’Obamacare, Trump furioso

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Non solo John McCain ha tenuto la sua linea, ma anche gli altri senatori della maggioranza hanno deciso di non affossare l’Obamacare, la riforma voluta dal predecessore di Donald Trump che garantisce l’assistenza sanitaria di base a 32 milioni di statunitensi meno abbienti, obbliga le assicurazioni a non respingere coloro che avevano patologie già prima della firma del contratto, ha introdotto maggiori incentivi fiscali per acquistare polizze sanitarie e che prevede sanzioni per chi non si assicura.
Infatti il leader della maggioranza in Senato, Mitch McConnell, ha fatto sapere ieri che i suoi senatori non avrebbero votato la proposta di legge Graham-Cassidy per l’abolizione dell’Obamacare, un colpo per il presidente Trump il quale aveva fatto della controriforma sanitaria uno dei capisaldi della sua campagna elettorale. Ed ai senatori repubblicani Trump ha lanciato una sorta di ultimatum, “Se fallirete nell’abolire l’Obamacare lavorerò per un compromesso con i democratici”, ha affermato, e già vi sono incognite per l’ormai imminente voto per la riforma delle tasse, per la quale il presidente Usa ha già detto che “Taglieremo enormemente le imposte per la classe media”.
Trump ha tuttavia dovuto incassare oggi in Alabama la sconfitta alle primarie del partito, di fatto una seggio sicuro al Senato, del candidato repubblicano sponsorizzato da lui e dai vertici del Grand Old Party, Luther Strange. A vincere è stato l’ultraconservatore populista ed evangelico Roy Moore, sostenuto da Steve Bannon e Sarah Palin.