USA. Sanzioni a Iran e Russia per interferenze elettorali

di Giuseppe Gagliano –

Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro entità legate all’Iran e alla Russia, accusate di interferenze nelle elezioni presidenziali del 2024. Questo sviluppo non è solo un episodio di politica estera, ma anche una mossa strategica con implicazioni rilevanti per l’equilibrio geopolitico globale. Analizziamo queste sanzioni sotto due prospettive principali: politica e strategica.
Le sanzioni rappresentano un messaggio chiaro da parte degli Stati Uniti: le interferenze nei processi democratici non saranno tollerate. Washington accusa la Russia e l’Iran di aver orchestrato campagne di disinformazione, con l’uso di strumenti tecnologici avanzati come l’intelligenza artificiale generativa, per seminare divisioni all’interno della società americana.
La decisione del Tesoro statunitense si inserisce in un contesto politico delicato, segnato da una crescente polarizzazione interna e dalla transizione tra l’amministrazione Biden e quella del presidente eletto Donald Trump. Biden, nel suo mandato, ha posto grande enfasi sulla protezione della democrazia, cercando di contrastare non solo le minacce interne, ma anche quelle esterne. Queste sanzioni rappresentano quindi un tentativo di consolidare il messaggio che le istituzioni americane restano solide e che nessuna potenza straniera può minare la volontà popolare.
Sul piano politico interno, questa mossa serve anche a rafforzare il consenso bipartitico sulla necessità di misure più stringenti contro le ingerenze esterne. Allo stesso tempo, offre un argomento ai Repubblicani, che da anni denunciano la vulnerabilità delle istituzioni democratiche americane di fronte alle operazioni di influenza straniere.
Sul fronte strategico, le sanzioni riflettono il tentativo di Washington di esercitare pressione su due avversari globali.

– Russia.
La Russia è accusata di aver utilizzato il Centro per l’Expertise Geopolitica (CGE) per diffondere disinformazione e creare contenuti manipolati tramite deepfake. Questa accusa rientra in un quadro più ampio: Mosca, già protagonista di operazioni simili nelle elezioni del 2016 e del 2020, è percepita come una minaccia diretta alla leadership globale americana.
Le sanzioni al CGE e al suo direttore Valery Korovin mirano a indebolire le capacità operative della Russia nel dominio dell’informazione. Tuttavia, hanno anche un significato simbolico: segnalano alla comunità internazionale che Washington è pronta a contrastare ogni forma di “guerra ibrida”. Questo approccio, tuttavia, rischia di esacerbare ulteriormente le tensioni con il Cremlino, già impegnato nel conflitto in Ucraina e nella proiezione di potere in altre aree critiche come il Medio Oriente e l’Africa.

– Iran.
L’Iran, rappresentato dal Cognitive Design Production Center, è accusato di aver fomentato tensioni sociopolitiche negli Stati Uniti, sfruttando eventi internazionali come il conflitto tra Israele e Hamas. Questa accusa si lega alla percezione americana dell’Iran come una potenza destabilizzante, non solo nel Golfo Persico ma anche a livello globale.
Le sanzioni al centro iraniano rafforzano la politica di “massima pressione” iniziata durante l’amministrazione Trump e in parte mantenuta da Biden. L’obiettivo strategico è duplice: limitare le capacità dell’Iran di influenzare gli equilibri regionali e inviare un messaggio ai suoi alleati, come Hezbollah, che le operazioni di destabilizzazione avranno un costo elevato.
Le sanzioni del 31 dicembre non colpiscono la Cina, nonostante Pechino sia stata menzionata nel rapporto sulle minacce elettorali. Questa esclusione potrebbe riflettere una scelta tattica: concentrarsi su Russia e Iran per evitare di aggravare ulteriormente le già tese relazioni con la Cina, un attore cruciale per molteplici dossier internazionali, inclusa la stabilità economica globale.
D’altra parte, le risposte di Mosca e Teheran, che negano ogni accusa, evidenziano una linea difensiva ormai consolidata. Queste nazioni presentano le accuse americane come un tentativo di Washington di mascherare i propri problemi interni e rafforzare la narrativa di una minaccia esterna.
Le sanzioni rappresentano una mossa significativa per riaffermare il ruolo degli Stati Uniti come difensori della democrazia. Tuttavia, il loro impatto pratico potrebbe essere limitato, dato che sia la Russia che l’Iran hanno dimostrato di saper adattare le loro strategie per aggirare le restrizioni.
Più in generale, queste misure segnano un nuovo capitolo nella competizione geopolitica globale, in cui le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificielle assumono un ruolo centrale. La vera sfida per Washington sarà bilanciare la protezione delle proprie istituzioni con la necessità di evitare ulteriori escalation nei rapporti con i principali avversari globali.