Usa. Secondo mandato di Trump: in che direzione andranno gli Usa?

di Andrea Cantelmo

Con la vittoria elettorale delle presidenziali statunitensi da parte di Donald Trump, che lo vede pronto a tornare alla Casa Bianca, il mondo guarda con apprensione a come l’ex presidente potrebbe influenzare la scena internazionale. Trump, noto per il suo slogan “America First”, ha già lasciato un’impronta controversa durante il suo primo mandato, e ora gli esperti temono che potrebbe intensificare le politiche protezioniste e destabilizzanti che hanno caratterizzato la sua amministrazione precedente.
Nel suo primo mandato Trump ha scatenato una guerra commerciale con la Cina, imponendo dazi che hanno ristretto il commercio internazionale e rallentato la crescita economica globale. Ora, con la minaccia di dazi fino al 60% su tutti i beni cinesi, la tensione tra le due superpotenze potrebbe raggiungere nuovi livelli di ostilità. Questa politica non solo mette a rischio l’economia mondiale, ma anche le relazioni con l’Unione Europea, che già ha sofferto sotto il peso dei dazi statunitensi durante il precedente mandato di Trump.
La NATO e altre alleanze internazionali hanno sentito il peso dell’approccio di Trump. Il suo scetticismo verso il valore delle istituzioni multilaterali ha portato a un disimpegno percepito dagli Stati Uniti dai loro impegni globali, lasciando gli alleati europei in una posizione precaria, specialmente riguardo alla sicurezza comune contro minacce come la Russia. L’idea di Trump di trattare i paesi alleati come clienti piuttosto che come partner ha indebolito la fiducia reciproca e la coesione dell’Alleanza Atlantica.
Trump, in varie occasioni, ha negato la realtà del cambiamento climatico, portando gli Stati Uniti a ritirarsi dall’Accordo di Parigi. Ora, con la possibilità di un secondo mandato, vi è il rischio che gli Stati Uniti non solo non tornino a partecipare al patto internazionale ma che possano adottare politiche ancora più retrograde in termini di sostenibilità ambientale, ignorando le urgenze globali del cambiamento climatico.
La sua politica estera è stata spesso caratterizzata da imprevedibilità e unilateralismo, suscitando timori per la stabilità globale. La sua ammirazione per leader autoritari e la mancanza di un approccio coerente alla democrazia e ai diritti umani ha allarmato molti nel cosiddetto mondo libero. L’idea che l’America possa ritirarsi ulteriormente da conflitti come quello in Ucraina, lasciando spazio a potenze come la Russia e in prospettiva futura la Cina, è vista come una potenziale minaccia alla sicurezza internazionale.
Con l’insediamento di Trump il 20 gennaio 2025, il mondo si prepara a un periodo di incertezza e possibili scontri geopolitici. Le sue politiche, se portate avanti con maggiore forza come ha promesso durante la campagna elettorale, potrebbero non solo indebolire l’influenza globale degli Stati Uniti ma anche minare il tessuto delle democrazie liberali e delle relazioni internazionali basate sulla cooperazione e il rispetto reciproco.
In un’era dove la globalizzazione e la cooperazione internazionale sono essenziali per affrontare sfide come il cambiamento climatico, le pandemie globali e il terrorismo, la politica di Trump potrebbe essere vista come un passo indietro verso un mondo ancora più isolato e conflittuale