USA. Si diffondono nel paese le proteste degli “indignados”

TMNews, 3 ott 11 –

Si espandono ad altre città americane come Chicago, Los Angeles e Boston le proteste contro la grande finanza e le grandi aziende che da tre settimana agitano Wall Street. Mentre centinaia di dimostranti rimangono accampati allo Zuccotti Park su Broadway a Manhattan, a pochi passi dalla borsa, come fanno dal 17 settembre, nuove manifestazioni sono avvenute oggi al municipio di Los Angeles, alla Federal Reserve a Chicago e nel centro di Boston. L’obiettivo è sempre lo stesso: la denuncia di quelli che i dimostranti chiamano gli abusi del capitalismo e la protesta per la crisi economica. A spingere la protesta sono i social media come Twitter e Facebook e siti come Occupy Together, sito che fa da centrale delle proteste, secondo il quale ci saranno presto manifestazioni anche in vari paesi d’Europa (non in Italia) e Giappone. Oggi e ieri le manifestazioni a Manhattan sono state limitate a slogan e musica nel parco dove sono accampati i dimostranti, senza le marce che sabato si sono concluse con l’arresto di 700 persone sul ponte di Brooklyn, che la polizia accusava di aver bloccato illegalmente. “Oggi è tutto molto tranquillo. E a cosa servirebbe la violenza?”, ha detto Daniel Gundlach, un professore di canto di Manhattan intervistato domenica sera mentre assisteva alle dimostrazioni, mentre decine di poliziotti facevano circolare la folla di curiosi e turisti che fotografano ogni momento delle proteste. Oltre alla forte presenza su Internet, i dimostranti stampano anche un giornale, lo “Occupied Wall Street Journal”, edizione “occupata” del quotidiano finanziario che distribuiscono gratis intorno alla zona dove sono accampati. Le proteste non sono tuttavia dirette centralmente e si affidano a reti locali di organizzatori, che hanno annunciato nuovi eventi di protesta in varie città degli Usa per questa settimana, comprese le Hawaii, il sud del paese, l’estremo ovest e il Texas, oltre alle città più colpite dalla crisi industriale come Detroit. E per ora continua anche il silenzio della politica: in particolare Barack Obama ancora non ha parlato del fenomeno.