Usa, strage bambini: le lacrime del giorno dopo

di Enrico Oliari –

All’indomani della strage della scuola del Connecticut, dove sono state uccise 28 persone di cui 20 bambini, piovono i de profundis dei big della politica americana, in un misto di cordoglio e di condanna per la diffusione delle armi che, se non fosse per la drammaticità del momento, rasenterebbe il ridicolo: il governatore di New York Andrew Cuomo, si è detto “scioccato e addolorato” ed ha chiesto che la società unita “combatta la diffusione delle armi”;  il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha parlato della necessità di “un’azione immediata”; per Nancy Pelosi, leader dei Democratici alla Camera dei Rappresentanti, “non ci sono parole in grado di consolare i genitori dei bambini assassinati alla Sandy Hook”; Mark Kelly, marito di Gabrielle Giffords, la ex parlamentare gravemente ferita da un uomo armato a Tucson nel 2011, è intervenuto su Facebook scrivendo che “i bambini della scuola elementare Sandy Hook e tutte le vittime della violenza delle armi meritano leader che abbiano il coraggio di prendere parte ad un dibattito significativo sulle leggi sulle armi, su come possano essere riformate e meglio attuate per impedire la violenza e le morti in America”; il governatore del Colorado John Hickenlooper, nel cui stato ci sono state sia la strage della High School di Columbine, nel 1999, sia la sparatoria di Aurora di quest’anno, ha espresso appoggio e cordoglio: “Sappiamo fin troppo bene quale impatto questo tipo di violenza produca su una comunità e sulla nostra nazione. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle famiglie delle persone uccise. Possiamo fornire il nostro appoggio, ma sappiamo che il dolore resterà per sempre”.
E si potrebbe continuare a lungo, passando anche per l’ormai celebre pianto di Obama in tv: ‘”La mia reazione è da genitore, non da presidente.” – ha dichiarato – “Dobbiamo unirci per intraprendere azioni per impedire che cose del genere si ripetano, a prescindere dalla politica”.
Lacrime vere o di coccodrillo che siano, un dato non va tralasciato: negli Stati Uniti è dannatamente facile per chiunque acquistare e possedere armi da fuoco.
Esistono infatti potenti lobbies e organizzazioni come la National Rifle Association, un’avvocatura per possessori di armi da fuoco nata nel 1871, o meglio, l’associazione dei produttori di armi, che legalmente “ungono” le ruote della politica proprio perché tutto rimanga esattamente come nell’epoca del Far West: si oppongono ad ogni iniziativa indirizzata ad una maggiore rigidità sulla diffusione delle armi e soprattutto finanziano senza problemi le varie fazioni politiche. A godere dei loro benefici economici sono in particolare i politici Repubblicani, ma nella contrattazione per il sostegno a questa o a quella proposta di legge, a rimanere sul tavolo con sopra due dita di polvere sono proprio le iniziative rivolte contro le armi.
Si spiega così il motivo per cui, nonostante il lungo elenco di stragi nelle scuole ad opera di folli, tutto continui a rimanere come se nulla fosse, nonostante le ripetute amministrazioni Democratiche del paese: perchè Obama ieri in tv non ha spiegato alle madri dei 20 bambini uccisi dove è stato negli ultimi quattro anni?