Usa. Trump “esecutore” della Heritage Foundation

di Giuseppe Gagliano

Durante il suo primo mandato Donald Trump ha dimostrato di essere più un esecutore che un leader autonomo, adottando e implementando il 64% delle raccomandazioni politiche proposte dalla Heritage Foundation. Questo dato, emerso dall’analisi di American Bridge 21st Century, dipinge un quadro preoccupante di un’amministrazione profondamente influenzata da un think tank conservatore, capace di plasmare scelte e politiche che hanno segnato un’involuzione per i diritti civili, la giustizia sociale e l’ambiente.
Sin dall’inizio del suo mandato Trump ha seguito una precisa agenda suggerita dalla Heritage Foundation, il cui obiettivo dichiarato è stato quello di smantellare anni di conquiste progressiste. Tra i provvedimenti più controversi, il taglio di 1,7 miliardi di dollari ai programmi di nutrizione scolastica ha penalizzato migliaia di bambini appartenenti a famiglie in difficoltà, mentre la decisione di vietare alle persone transgender di servire nelle forze armate, formalizzata nel 2019, ha introdotto un clima di discriminazione istituzionalizzata. Non meno gravi sono stati i tagli ai fondi destinati alla prevenzione della violenza domestica e sessuale, una scelta che ha privato milioni di donne di strumenti fondamentali per sfuggire a situazioni di abuso.
Parallelamente l’amministrazione Trump ha attuato una serie di provvedimenti che hanno colpito il cuore dei diritti civili, riducendo drasticamente il personale dei dipartimenti governativi incaricati di vigilare sull’applicazione delle leggi anti-discriminazione. Anche l’ambiente è stato al centro di un attacco sistematico: Trump ha revocato regolamenti chiave per la riduzione delle emissioni di gas serra e ha consentito un allentamento delle norme sull’efficienza energetica degli elettrodomestici, una scelta che, secondo gli esperti, avrà conseguenze devastanti sul cambiamento climatico.
Queste politiche non erano frutto del caso, ma parte di un disegno ben preciso delineato nel Blueprint for Balance, un piano strategico della Heritage Foundation che forniva indicazioni dettagliate per smantellare regolamentazioni, tagliare fondi pubblici e ridurre i diritti delle minoranze. A questo si aggiunge il Project 2025, una guida per una possibile seconda amministrazione Trump, che propone un ulteriore consolidamento del potere esecutivo e il disfacimento delle politiche per l’equità e la diversità introdotte negli ultimi anni.
Il Project 2025 non nasconde le sue ambizioni: eliminare ogni riferimento a diritti di genere, diversità e inclusione dai regolamenti federali, cancellare i programmi per l’equità sociale e smantellare le protezioni ambientali. La visione contenuta in questo documento non è altro che un’estensione radicale delle politiche già adottate da Trump, con l’obiettivo dichiarato di trasformare il tessuto sociale e politico degli Stati Uniti. Tra le proposte, spicca la cancellazione dei diritti riproduttivi, attraverso misure che mirano a vietare gli aborti farmacologici e criminalizzare i medici, creando un sistema di sorveglianza che colpirebbe pazienti e operatori sanitari.
Questo progetto sostenuto da Trump e dalla Heritage Foundation, rappresenta una minaccia concreta per il futuro della democrazia americana. Non si tratta semplicemente di politiche conservatrici, ma di un vero e proprio tentativo di ridefinire il concetto stesso di democrazia, marginalizzando diritti e valori fondamentali in nome di un’ideologia autoritaria e regressiva.