Usa. Trump “ruba” il ‘biscotto’ e va in Florida

di C. Alessandro Mauceri –

Joe Biden è ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Trump, però, non ha voluto rinunciare a far parlare di sé nemmeno in questo momento.
La Costituzione non impone al presidente uscente di partecipare all’insediamento del suo successore. Finora, però, solo tre presidenti prima di Trump non avevano partecipato di persona al passaggio delle consegne: John Adams, il secondo presidente degli Stati Uniti, John Quincy Adams, sesto, e Andrew Johnson, 17esimo (e primo ad essere stato sottoposto a impeachment). Perfino Woodrow Wilson, sebbene in cattive condizioni di salute a causa di un ictus che lo aveva colpito non rinunciò a questo gesto, da molti considerato un momento importante ed estremamente simbolico.
Forse, però, passerà alla storia non per questo motivo ma per un altro. L’ex inquilino della Casa Bianca è partito portando con se il “biscotto”, come viene comunemente chiamata la busta di plastica che contiene i codici che identificano il presidente come unica persona autorizzata a lanciare ordigni nucleari.
Durante la Guerra Fredda emerse la necessità di poter lanciare i missili nucleari americani prima che eventuali missili “nemici” potessero distruggerli nei loro silos. Oggi che molte di queste testate si trovano su sottomarini e quindi quasi invulnerabili a questi attacchi, lanciare rapidamente i missili terrestri non è più necessario come un tempo, tuttavia tali procedure continuano ad esistere. Queste ultime prevedono che il presidente debba essere informato dagli ufficiali militari e dai suoi consiglieri in meno di un minuto di un possibile attacco e possa decidere se ordinare un lancio in meno di 10 minuti. Questo, non solo nella situation room della Casa Bianca o del Pentagono, ma ovunque si trovi. Per fare ciò, il presidente degli USA è sempre scortato da un ufficiale che porta con se una “valigetta nucleare”, chiamata in gergo “calcio”, che contiene, tra le altre cose, il “libro nero” che elenca le opzioni di lancio preimpostate che il Pentagono ha elaborato in caso di attacco nucleare. Per esser certi che ad attivarle sa il presidente e non altri (ad esempio, un hacker) il presidente porta sempre con se un “biscotto” contenente i “codici nucleari”, un elenco di lettere che vengono aggiornate quotidianamente. Una volta che il presidente ha fornito i codici di identificazione corretti iniziano le procedure per il lancio dei missili.
Per motivi di sicurezza, di questi pacchetti ne esistono tre: uno segue sempre il presidente, uno viaggia insieme al vicepresidente e uno è riservato al “sopravvissuto designato” in eventi speciali. Come il passaggio delle consegne tra un presidente uscente e il sue successore: non è un caso se, oggi, in occasione del giuramento di Biden era previsto che almeno due di questi biscotti fossero fuori Washington, da qualche parte sconosciuta con i rispettivi incaricati. Solo la valigetta di Mike Pence avrebbe dovuto essere nella capitale.
É vero che la Costituzione dà, o meglio dava, a Trump il controllo degli attacchi nucleari fino al momento in cui Biden avrebbe prestato giuramento. Ma nessuno si sarebbe aspettato che Trump partisse per la Florida portando con se la valigetta con i codici.
In molti hanno criticato quella che sembra una forma estrema di ostruzionismo anche durante il passaggio delle consegne di questo delicato sistema.
Alla fine è andato tutto bene: a mezzogiorno il “biscotto” di Trump è stato disattivato e l’ufficiale con la valigetta contenente i codici nucleari ha lasciato la Florida diretto a Washington DC per unirsi a Biden.
Per Trump rimane la soddisfazione di essere stato il primo, e finora unico, presidente a non aver riconsegnato brevi manu la valigetta al proprio successore.
Unico ricordo di tutto questo un “biscotto” che, da qualche ora, non potrà servirgli a nulla. Nemmeno ad addolcire l’amarezza di aver subito una sconfitta storica.