Usa. Ucrainagate: Sondland conferma, ma per Trump è una vittoria

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L’ambasciatore statunitense presso l’Unione Europea, Gordon Sondland, è stato sentito dalla Camera dei rappresentanti nel quadro delle audizioni per l’Ucrainagate, scandalo per cui il presidente Donald Trump sta rischiando l’impeachment. Sul banco vi sono le pressioni di Trump sull’Ucraina per avviare un’inchiesta ufficiale su Joe Biden e il figlio Hunter, già membro del consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma.
Una talpa aveva trascritto e reso nota la telefonata risalente al 25 luglio di Trump al collega ucraino Voldymyr Zelensky, in cui veniva formulata la richiesta di far partire le indagini volte a screditare l’immagine di Biden, per cui si era mosso l’avvocato Rudy Giuliani.
Sondland ha sostanzialmente confermato ai congressisti il “do ut des” di Trump con Zelensky, il quale ha difatti ricevuto sostegno e 150 missili anticarro da impiegare nel conflitto del Donbas.
L’ambasciatore ha tuttavia precisato che a mettersi d’accordo con la controparte ucraina era stato Giuliani e non il presidente, per cui la Casa Bianca ha concluso che la deposizione ha “scagionato completamente” Trump. Per l’ufficio presidenziale “è triste che i deputati democratici alla Camera continuino a concentrarsi sull’impeachment”. Inoltre ha rilevato che Sondland “non ha mai detto che un incontro alla Casa Bianca o gli aiuti all’Ucraina fossero legati a una dichiarazione pubblica” di Zelensky.