USMCA. I nuovi FTAs nordamericani

di Alberto Galvi

Nei giorni scorsi è entrato in vigore l’USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement) tra Usa-Messico-Canada, garantendo soprattutto la continuità per i produttori del settore agricolo, ma la minaccia delle controversie anche in altri settori sta esponendo a fratture la competitività nordamericana.
Il 19 dicembre scorso l’USMCA è stato approvato negli Stati Uniti alla Camera dei Rappresentanti con 385 voti favorevoli e 41 contrari. Circa un mese dopo, il Senato lo ha approvato in modo schiacciante, con 89 voti favorevoli e 10 contrari.
Trump ha firmato ufficialmente l’USMCA lo scorso 29 gennaio, ottenendo un importante risultato per il presidente statunitense mentre si dirige alle elezioni del 2020.
Il Canada ha ratificato i FTAs (Free Trade Agreements) a marzo e l’USMCA è entrata in vigore il 1° luglio 2020. Sebbene il NAFTA (North American Free Trade Agreement) sia ufficialmente morto, i governi e le aziende si stanno ancora adeguando alle nuove regole, in particolare alle nuove disposizioni sul lavoro.
Nel mezzo di una crisi economica globale, il coronavirus può anche complicare l’attuazione di questi accordi, anche se i produttori si adatteranno alle nuove linee guida.
Alcuni dei requisiti dell’accordo, come l’espansione dei diritti dei lavoratori o l’apertura del flusso agricolo, non sono stati pienamente soddisfatti.
Un’altra fonte di controversie tra i tre Paesi potrebbe essere il settore energetico, in cui la principale lobby petrolifera e del gas statunitense si è lamentata del fatto che le recenti azioni del Messico a favore della compagnia petrolifera statale Pemex violano già le protezioni dell’USMCA per gli investitori privati.
Il Canada si è anche lamentato delle nuove norme messicane che minacciano formalmente gli investimenti nelle energie rinnovabili.
Un altro problema controverso sono le compagnie minerarie canadesi, che hanno aderito a concessioni di sfruttamento in diversi stati del Messico. Le organizzazioni civili e accademiche denunciano l’esistenza di gravi danni ambientali che colpiscono le città vicine alle compagnie minerarie.
Tra le varie controversie c’è anche quella del trattamento dei lavoratori temporanei messicani e delle aziende agricole canadesi che secondo le organizzazioni civili di entrambi i Paesi sono spesso vittime di abusi.
L’accordo Usa-Messico-Canada include regole più restrittive per il commercio delle auto e nuove protezioni per la proprietà intellettuale. Le modifiche agli accordi commerciali riguardano anche maggiori protezioni del lavoro per i lavoratori messicani.
I nuovi accordi riguardano i divieti contro la manipolazione della valuta e nuove regole sul commercio digitale che non esistevano quando il NAFTA fu lanciato nel 1994, generando una crescita economica e aumentando il tenore di vita delle persone di tutti e tre i Paesi membri.
Il totale del commercio trilaterale di merci nel 2017 ha raggiunto quasi 1,1 trilioni di dollari. La compravendita totale di merci tra Canada e Stati Uniti è più che raddoppiata dal 1993 ad oggi ed è cresciuta di nove volte tra Canada e Messico.
Il nuovo accordo pone fine all’incertezza creata da Trump per le imprese minacciando ripetutamente di abbandonare del tutto l’accordo. Washington e altri sostenitori dell’USMCA hanno accolto con favore il patto rivisto in quanto fornisce le necessarie modifiche alle precedenti regole commerciali.