Venezuela. Ancora proteste e vittime per la repressione

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Ancora incidenti a Caracas e in altre città del Venezuela, dove la situazione si è ulteriormente aggravata dopo che il presidente Nicolas Maduro, che dalle elezioni del 2015 non gode più della maggioranza del parlamento, ha comunicato la decisione di indire una commissione costituente per riformare la Costituzione.
Nei giorni scorsi Maduro aveva anche cercato di esautorare il parlamento accentrando su di sé i poteri attraverso una sentenza del Tribunale supremo, poi annullata a seguito delle proteste internazionali.
Oltre che con le forze dell’ordine, i manifestanti, ai quali si sono uniti anche parti delle classi più disagiate, sono contrastati dai “colectivos”, bande di estremisti che sostengono il regime e che attaccano i manifestanti dell’opposizione arrivando a sparare al volto.
I morti da aprile sono quasi 40, l’ultimo un ragazzo di 17 anni ucciso ieri durante la repressione di una manifestazione antigovernativa a Las Mercedes, un quartiere di Caracas; solo ieri a Caracas almeno 300 persone sono rimaste ferite, ed alcune versano in pericolo di vita.
Nel paese c’è ormai penuria di generi alimentari e di medicinali, il mercato nero ha prezzi inaccessibili e capita spesso che i negozi di generi alimentari e i mezzi che li riforniscano vengano presi d’assalto.
La corrente elettrica è razionata da mesi, mentre l’infrazione galoppa al 700%, ma secondo esperti del Fmi potrebbe arrivare entro la fine dell’anno al 1.600%.
Le opposizioni sono decapitate dei loro leader e di Leopoldo Lopez, che sarebbe stato portato nell’ospedale militare della capitale, non si hanno notizie.
Con Maduro c’è l’esercito e il suo peso politico, che lo scorso 17 aprile ha fatto avere al presidente il proprio sostegno “incondizionato
Uno dei principali esponenti dell’opposizione, Henrique Capriles, ha respinto la proposta di mediazione del Vaticano richiesta dai paesi dell’area nonostante la decisione del governo Maduro di uscire dall’Osa, l’Organizzazione degli Stati Americani.
Con una nota diffusa dalla Farnesina il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha fatto sapere che “Reiteriamo la nostra forte preoccupazione e condanna per la crescente violenza con la quale vengono represse le manifestazioni popolari di protesta in corso a Caracas e nel resto del Paese. La manifestazione del dissenso è un diritto inalienabile dei cittadini e non può mai essere oggetto di intimidazione o di repressione.
Confidiamo che il Governo venezuelano presti ascolto con senso di responsabilità alle istanze della popolazione e dei suoi rappresentanti eletti. E’ necessario un dialogo aperto ed in buona fede con l’opposizione per poter scongiurare la grave crisi che continua a colpire il popolo venezuelano e stabilire così un calendario elettorale che consenta di superare l’attuale situazione di stallo.
Invitiamo inoltre il Governo a non alimentare la contrapposizione interna che potrebbe provocare ulteriori violenze e a garantire che il popolo sia chiamato a esprimersi esclusivamente con suffragio universale, libero, diretto e segreto”.