di Paolo Menchi –
La giornata di domani rappresenterà una data cruciale per le relazioni tra Colombia e Venezuela, quando Nicolás Maduro assumerà il suo nuovo mandato presidenziale, in seguito a elezioni che hanno suscitato forti critiche. Il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha già annunciato che non riconoscerà la legittimità di queste elezioni, ma nonostante ciò ha deciso di mantenere le relazioni diplomatiche con Caracas, una posizione che potrebbe influenzare significativamente l’andamento delle dinamiche bilaterali tra i due paesi.
Il governo di Petro ha sempre rifiutato le elezioni del 28 luglio come “non libere”, citando blocchi economici e presunte intimidazioni interne. Tuttavia, nonostante la forte critica al governo di Maduro, Petro ha scelto di preservare i legami diplomatici, sottolineando la necessità di cooperazione su temi transfrontalieri come la migrazione, il commercio e la sicurezza, soprattutto nelle aree di confine come il dipartimento di Norte de Santander. Julio Londoño, ex ministro degli Esteri colombiano, ha evidenziato che il commercio con il Venezuela, seppur non fondamentale, ha comunque effetti importanti in alcune regioni colombiane.
La decisione di Petro, seppur controversa, mira a mantenere un dialogo costante tra i due governi, nella convinzione che le differenze politiche tra le amministrazioni non debbano riflettersi nelle popolazioni. Tuttavia, alcuni analisti politici criticano questa linea, definendola incoerente.
La Colombia ha cercato di giocare un ruolo di mediatrice nelle crisi politiche venezuelane, assieme a Brasilia e Città del Messico, ma i tentativi di una verifica indipendente dei risultati elettorali sono falliti, lasciando la Colombia in una posizione diplomatica difficile, tra il non riconoscere la vittoria di Maduro e il non voler rompere completamente i legami con Caracas.
Con una frontiera condivisa di oltre 2200 chilometri, le relazioni tra i due paesi sono da sempre caratterizzate da una combinazione di cooperazione e tensioni. Nonostante la situazione incerta, Petro ha ribadito l’importanza di mantenere i canali di dialogo aperti, poiché la Colombia non ha alternative alla presenza del regime venezuelano come vicino.
Il futuro delle relazioni bilaterali dipenderà probabilmente dall’evoluzione delle dinamiche politiche interne a Venezuela e da come Maduro intenderà gestire i rapporti con il resto del mondo, compresa la Colombia.
L’investitura del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che avverrà il 20 gennaio crea interrogativi su quale sarà la posizione statunitense nei confronti del Venezuela.
Questo crea un altro scenario incerto, poiché Trump potrebbe rivedere la sua politica nei confronti di Caracas, un tema che non ha ancora chiaramente affrontato dopo la sua elezione.
Laura Cristina Dib, direttrice del Programma per il Venezuela dell’organizzazione WOLA, sottolinea l’ambiguità riguardo alla posizione di Trump nei confronti di Maduro. Sebbene abbia definito il governo venezuelano una “dittatura”, non ha ancora preso una posizione netta sul processo elettorale e sulla legittimità del nuovo mandato di Maduro. Il silenzio di Trump, secondo Dib, potrebbe indicare una porta aperta per una possibile negoziazione con il regime di Maduro.
Al contrario, alcuni esperti ritengono che Trump non invertirà molta energia in una nuova strategia per rovesciare Maduro, come invece aveva cercato di fare durante il suo primo mandato con la politica della “massima pressione”. Tuttavia, l’eventuale nomina di Marco Rubio come segretario di Stato potrebbe segnare un cambiamento significativo, poiché Rubio è un acerrimo oppositore di Maduro e un sostenitore di una linea dura contro il governo venezuelano.
A medio termine, la politica di Trump nei confronti di Maduro potrebbe dipendere da come quest’ultimo reagirà alle pressioni internazionali. Se il regime di Caracas dovesse continuare a resistere, gli Stati Uniti potrebbero optare per un accordo transazionale, basato su temi come la migrazione e il petrolio, piuttosto che insistere sulla democratizzazione del paese e sul rispetto dei diritti umani.
Il 10 gennaio 2025 non sarà solo una data importante per il Venezuela, ma anche per l’intera regione. Le dinamiche che si svilupperanno in quella giornata potrebbero ridisegnare gli equilibri politici tra i paesi latinoamericani e la comunità internazionale, con un impatto diretto sulle relazioni tra Venezuela, Colombia e Stati Uniti.