Venezuela. Consultazione elettorale delle opposizioni: il 98% è contro la riforma della Costituzione

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Non aveva valore legale il referendum che si è tenuto ieri in Venezuela, organizzato dalle opposizioni, con il quale si chiedeva al presidente Nicolas Maduro di annullare le elezioni del 31 luglio per la Costituente, ma il dato politico c’è stato, dal momento che la quasi totalità (98,4%) dei 7,2 milioni di votanti si è schierata per il “no” alla riforma della Costituzione.
Fin dalle elezioni del 2015 Maduro non gode più della maggioranza del parlamento, istituzione che ha tentato di esautorare accentrando su di sé i poteri attraverso una sentenza del Tribunale supremo, iniziativa poi annullata a seguito delle proteste internazionali.
Con la riforma costituzionale Maduro conta quindi di aumentare i propri poteri e di continuare a governare, nonostante da aprile si susseguano forti le proteste nel paese e sia in corso una forte repressione che ha portato all’arresto dei principali leader dell’opposizione.
E, come se non bastasse, nel paese agiscono liberamente i “colectivos”, bande di estremisti che sostengono il regime e che attaccano i manifestanti dell’opposizione arrivando a sparare al volto: anche ieri due persone sono state uccise durante le operazioni di voto, quando uomini armati hanno attaccato un seggio allestito nei pressi di una chiesa a Catia. Durante l’attacco dei “colectivos” in 500 hanno trovato riparo nella chiesa. Sono un centinaio le vittime perlopiù giovani da quando sono iniziate le proteste.
Ad essere contro Maduro non ci sono tuttavia solo le opposizioni, poiché la situazione economica nel paese è diventata esasperante, c’è ormai penuria di generi alimentari e di medicinali, il mercato nero ha prezzi inaccessibili e capita spesso che i negozi di generi alimentari e i mezzi che li riforniscano vengano presi d’assalto. La corrente elettrica è razionata da mesi, gli uffici pubblici funzionano a singhiozzo, mentre l’infrazione galoppa al 700%, ma secondo esperti del Fmi potrebbe arrivare entro la fine dell’anno al 1.600%.
Con Maduro c’è l’esercito e il suo peso politico, che lo scorso 17 aprile ha fatto avere al presidente il proprio sostegno “incondizionato”. L’iniziativa di voler riformare la Costituzione gli ha tuttavia precluso ogni possibilità di dialogo con le opposizioni, le quali ora respingono anche i tentativi di mediazione provenienti da fuori, come dall’Osa (Organizzazione Stati Americani) e dal Vaticano.