Venezuela. Guaidò a Di Battista, ‘venga qui a vedere come stanno le cose’

L’Italia blocca la mozione Ue, ma i vari paesi stanno con i presidente ad interim.

di Enrico Oliari

L’autoproclamato presidente del Venezuela Juan Guaidò non ha preso bene lo stop del governo italiano all’Ue sul riconoscimento di lui quale presidente ad interim.
La nuova mozione presentata ai Ventotto recitava che l’Ue “ribadisce il suo sostegno all’Assemblea Nazionale del Venezuela e al suo presidente, e, in accordo con le procedure interne e le prerogative nazionali, i singoli Stati membri dell’Ue riconosceranno Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea Nazionale, come presidente ad interim del Venezuela, per portare il Paese verso elezioni libere, giuste e democratiche, in linea con le norme della Costituzione del Venezuela”.
Quasi allineandosi alla posizione della Russia i 5Stelle hanno insistito nel dire che si tratta di problemi interni al Venezuela, nonostante nel paese latinoamericano l’inflazione sia arrivata al milione per cento, sia in corso una feroce repressione degli oppositori specialmente attraverso gruppi paramilitari, non si contino più i morti nelle manifestazioni e nel paese manchi di tutto, dai medicinali alla corrente elettrica.
Su Facebook il 5Stelle Alessandro Di Battista ha scritto che “Ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L’Italia non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accodati in modo vile agli “esportatori di democrazia””, e che “l’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini degli Stati Uniti”.
Pronta la risposta di Guaidò, il quale intervistato per Repubblica ha dichiarato che “Questo signore ignora cosa sta accadendo qui. Ma la sua ignoranza porta anche al disconoscimento della lotta di un popolo. Una lotta che oggi è riconosciuta da tutto il mondo, da 26 nazioni europee su 28, dai Paesi africani, in Oceania… Venisse qui a farsi un giro, a vedere qualche ospedale, o magari qualche città di frontiera, a Boa Vista, si facesse due chiacchiere con i parenti dei nostri prigionieri politici, dei nostri esiliati…”. “In questi giorni – ha aggiunto – sto parlando con molti italiani. Mi tengo in contatto con Salvini, e frequento gli italo venezuelani. Il mio stupore nei confronti della posizione dell’Italia è anche il loro”.
Pacifico che nel caso fosse Guaidò a spuntarla, qualcuno si ricorderà della “coraggiosa neutralità italiana”.
Sono in realtà 19 o Paesi dell’Ue che hanno riconosciuto Guaidò presidente ad interim: Germania, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito e Svezia. A loro si aggiunge il voto del Parlamento europeo e, fuori dal contesto Ue, di Stati Uniti, Canada, Australia, Israele, Georgia, Islanda. Brasile, Colombia, Argentina, Cile, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Panama e Paraguay.
Nicolas Maduro può invece contare sull’appoggio di Russia, Cina, Cuba, Corea del Nord, Bolivia e Turchia.
L’Italia è per nuove elezioni, ma non sostiene Guaidò e non riconosce le elezioni di Maduro avvenute ad agosto, posizione simile adottata da Norvegia e Grecia.