Venezuela. I negoziatori di Maduro lasciano le trattative

di Alberto Galvi

Il presidente ad Interim del Venezuela Juan Guaidó ha annunciato la fine dei negoziati con il regime bolivariano, iniziati a luglio nelle isole Barbados. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che i negoziatori di Maduro si sono rifiutati di trattare e che le sanzioni nei confronti del regime non saranno revocate fino a quando il premier venezuelano non lascerà il potere. L’opposizione del Venezuela il 30 aprile aveva tentato un colpo di stato contro Maduro, ma le autorità ne hanno successivamente annunciato il fallimento, ordinando d’indagare su quegli eventi.
Il regime di Maduro ha sabotato i negoziati iniziati a maggio a Oslo in Norvegia, rifiutando di impegnarsi seriamente per il ritorno alla democrazia in Venezuela e facendo uccidere 7 mila dissidenti del regime, mentre i negoziati erano in corso tra il 2018 e i primi 5 mesi del 2019. Guaidó lo scorso gennaio è stato nominato capo dell’Assemblea Nazionale, e alcuni giorni dopo ha annunciato di aver assunto la presidenza provvisoria del Venezuela con il sostegno degli Stati Uniti e di altri 50 paesi.
Il dipartimento di Stato statunitense ha criticato l’accordo tra il regime bolivariano e una parte minoritaria dell’opposizione che ha firmato l’accordo presso la sede del Ministero degli Affari Esteri venezuelano, sminuendo la leadership di Guaidó. Il PSVU (Partido Socialista Unido de Venezuela) di Maduro, ha raggiunto un accordo con i piccoli partiti di opposizione, come il PC (Partido Cambiemos), il MAS (Movimiento al Socialismo), l’AP (Avanzada Progresista) e le SV (Soluciones para Venezuela), che rappresentano una piccola parte dei partiti che si oppongono al regime di Maduro.
Per questo motivo i leader di alcuni gruppi come il Frente Amplio, il Venezuela Libre e alcuni membri dell’Assemblea Nazionale, hanno respinto l’accordo che indebolisce la leadership di Guaidó. I principali leader dell’opposizione che hanno firmato l’accordo sono Timoteo Zambrano del PC, Luis Augusto Romero dell’AP, Claudio Fermín delle SV e Felipe Mujica del MAS. L’opposizione che controlla l’Assemblea Nazionale ha fatto varie esortazioni ai militari per ignorare Maduro, e ha offerto loro un disegno di legge per concedere l’amnistia in cambio del ripristino della Costituzione.
Altri oppositori politici in Venezuela sono stati invece arrestati o costretti all’esilio dal regime di Maduro, come Leopoldo López Mendoza, condannato nel 2015 a 13 anni di carcere, Antonio Ledezma, che è attualmente in esilio in Spagna. Gli altri oppositori sono: Freddy Guevara, Henrique Capriles Radonski, e infine la leader dell’opposizione venezuelana, María Corina Machado.
Maduro mantiene il controllo del regime venezuelano con il sostegno dei militari, anche se negli ultimi 2 anni ci sono state molte defezioni tra i suoi membri. Nonostante tali defezioni, le forze armate hanno respinto categoricamente l’attivazione del TIAR (Tratado Interamericano de Asistencia Recíproca) per mano del ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, che ha considerato l’attivazione del documento da parte dell’OEA (Organización de Estados Americanos) come un modo per rovesciare il regime venezuelano con l’appoggio dell’Assemblea Nazionale.
In Venezuela esponenti governativi si sono occupati del narcotraffico, fin dai tempi in cui governava il presidente Chavez (1999-2013). Secondo la DEA (Drug Enforcement Administration), Hugo Chavez è stato il creatore del Cartel de los Soles, composto da alti funzionari venezuelani dediti al traffico di droga. Questa organizzazione però non controlla i mezzi di produzione, la distribuzione, la commercializzazione e i prezzi degli stupefacenti.
Il Cartel de los Soles, ha affidato il controllo del traffico di droga alle FARC-EP (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia-Ejército del Pueblo) e all’ELN (Ejército de Liberación Nacional). Per questa ragione, Hugo Chavez ha stretto relazioni bilaterali con la Colombia, con una dichiarazione di sostegno alle FARC-EP e all’ELN.
Attualmente, la collaborazione delle FARC-EP e dell’ELN con il regime bolivariano continua, come dimostrano le recenti dichiarazioni di Nicolás Maduro, presidente del Venezuela dal 2013, e che è stato rieletto nel 2018 fino al 2024. Maduro, ha intanto invitato i leader dei dissidenti delle FARC-EP Iván Márquez e Jesús Santrich, a riprendere la lotta armata e a rifugiarsi in Venezuela.
Già nel 2008, l’Assemblea Nazionale del Venezuela era completamente dominata dai chavisti. Cilia Flores, moglie di Nicolás Maduro, presiedeva l’Assemblea Nazionale nel 2006 con il sostegno del PSUV. Inoltre con una risoluzione del 17 gennaio 2008, l’Assemblea Nazionale ha concesso una totale impunità sul territorio venezuelano sia alle FARC, che all’ELN, sostenute prima da Hugo Chavez, e in seguito dallo stesso Nicolás Maduro.
Per tentare di arginare il traffico di sostanze stupefacenti che inondano gli Stati Uniti, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ha iniziato dal 2008 a congelare i patrimoni dei principali funzionari del regime venezuelano. La droga parte dalla Colombia, e con la complicità del governo bolivariano arriva negli Stati Uniti, passando dall’Honduras e poi dal Messico.
In questi anni, numerosi trafficanti di droga sono stati catturati dalle autorità statunitensi, e hanno collaborato con la giustizia, in cambio di vantaggi nei loro processi. Molte di queste testimonianze, hanno riferito della partecipazione al traffico di droga, di molti funzionari del regime bolivariano.
In questo modo, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, è riuscito a sanzionare i ministri del regime di Maduro, come il ministro dell’Industria, Tareck El Aissami, perchè legato al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Per gravi violazioni dei diritti umani sono stati sanzionati anche il comandante del FAES (Fuerzas de Acciones Especiales), Rafael Enrique Bastardo Mendoza, e il comandante del DGCIM (Dirección General de Contrainteligencia Militar), Iván Rafael Hernández Dala.
Inoltre gli Stati Uniti hanno sanzionato il primo commissario del SEBIN (Servicio Bolivariano de Inteligencia Nacional), Hildemaro José Rodríguez Mucura, e il presidente della PDVSA (Petroleos de Venezuela S.A.), Manuela Salvador Quevedo. Sono entrati nella black list statunitense anche il figlio di Maduro, Nicolás Ernesto Maduro Guerra, la moglie di Maduro, Cilia Flores, il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López e il vice presidente del Venezuela, Delcy Eloína Rodríguez Gómez. L’ex direttore del SEBIN, Manuel Ricardo Cristopher Figuera, ha invece disertato dalle forze armate che sostengono Maduro, a sostegno di Guaidó.
Le sanzioni riguardano un totale di oltre 100 personalità del regime venezuelano, tra cui anche alcuni giudici del TSJ (Tribunal Supremo de Justicia). Nuove sanzioni hanno coinvolto anche uomini d’affari, come Alex Saab e Alvaro Pulido, i loro familiari e 16 delle loro società. Questi signori, hanno consentito a Maduro e al suo regime, di trarre profitto in modo illegittimo dalle importazioni, e dalla distribuzione degli aiuti alimentari in Venezuela.
A livello internazionale la figura di Guaidó ha iniziato ad indebolirsi, a causa dell’accordo raggiunto tra alcuni partiti dell’opposizione e il regime di Maduro. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha escluso l’incontro con il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaido, perchè le Nazioni Unite non saranno lo scenario per i negoziati tra Maduro e l’opposizione. Il segretario generale dell’Onu auspica una ripresa del dialogo tra il governo presieduto da Guaidó e l’opposizione, che si è interrotto il mese scorso.