Venezuela. Le opposizioni divise fanno crescere il potere di Maduro

di Alberto Galvi

A due anni dalle elezioni presidenziali del maggio 2018 il Venezuela è tornato alle urne per le elezioni legislative a cui la maggioranza dell’opposizione non ha partecipato perché considerava le elezioni fraudolente. Nel 2018 questo è stato il punto di partenza per Juan Guaidó del partito VP (Voluntad Popular), per proclamarsi presidente ad interim come leader dell’Assemblea nazionale e come conseguenza aggravare la crisi politica che il Paese soffre da anni.
Il parlamento unicamerale, che in Venezuela si chiama Assemblea nazionale e che è l’unica legittima istituzione controllata dall’opposizione dalle ultime elezioni legislative del 2015, ha posto fine a quindici anni di egemonia chavista, dal 1999 al 2013. Il potere dell’Assemblea nazionale venezuelana è però ormai solo simbolico, perché tutte le sue decisioni sono ribaltate dalla Corte suprema, controllata da Maduro. Dopo un altro scrutinio contestato e boicottato dall’opposizione nel 2017, è stata l’Assemblea costituente a sostituire di fatto l’Assemblea nazionale. Tuttavia, questa nuova entità è composta quasi interamente da espionenti chavisti.
In seguito a queste elezioni però le opposizioni in Venezuela perderanno molto del loro potere nei confronti di Maduro e del partito PSUV (Partido Socialista Unido de Venezuela). Uno dei leader dell’opposizione, Henrique Capriles del partito PJ (Primero Justicia), ha chiesto a tutta l’opposizione di lottare per condizioni elettorali più eque con l’aiuto del nuovo governo statunitense di Joe Biden e dell’Unione Europea.
Henrique Capriles aveva invitato l’opposizione a partecipare alle elezioni parlamentari del 6 dicembre. Juan Guaidó, riconosciuto da più di 26 paesi come presidente ad interim del Venezuela, ha immediatamente ripudiato questo piano, così come il blocco di altri 27 partiti politici che lo sostengono. La proposta di Capriles ha ulteriormente diviso l’opposizione, che aveva già mostrato diverse fratture attorno alla figura di Guaidó come leader.
Inoltre l’opposizione deve affrontare un regime che è disposto a tutto per restare al potere, anche con metodi antidemocratici. I principali partiti di opposizione si sono distanziati dalla popolazione, mentre le iniziative dei movimenti civili si sono rivelati una speranza in Venezuela, anche se a lungo termine, poiché sono ancora molto piccoli e hanno bisogno di sostegno. Finché l’opposizione non supererà le sue divisioni, rappresenterà la migliore garanzia di sopravvivenza per il regime di Nicolás Maduro.
L’opposizione non raggiungerà mai abbastanza consenso fino a quando i suoi leader continueranno a volere perseguire i propri interessi personali. La leader dell’opposizione María Corina Machado del partito CV (Come Venezuela), prima delle elezioni fece un grande favore a Nicolás Maduro annunciando un possibile intervento militare contro il regime, anche se nessun Paese era disposto ad effettuarlo e finché le forze militari si mostreranno fedeli a Maduro il regime non cadrà. Inoltre il regime di Maduro ha mostrato il suo volto umano graziando diversi deputati dell’opposizione, condannati o esiliati, e giornalisti e attori sociali arrestati o accusati di vari crimini.
Guaidó prima delle elezioni del 6 dicembre scorso ha chiesto ai cittadini di boicottare le elezioni legislative organizzate da Nicolás Maduro e ha chiesto alla comunità internazionale di ignorare il risultato elettorale che ne sarebbe scaturito. Ha inoltre contestato la minoranza dell’opposizione che ha registrato i suoi candidati alle elezioni.
Questa parte dell’opposizione ha chiesto cinque mesi prima delle elezioni legislative alla Corte suprema di giustizia di dichiarare illegittima l’Assemblea Nazionale, guidata da Juan Guaidó, presidente in carica riconosciuto da 60 Paesi, per nominare un nuovo comitato elettorale. La Corte suprema venezuelana si è pronunciata a favore poche ore dopo.
I partiti dell’opposizione coinvolti sono: AP (Avanzada Progresista) guidato da Henri Falcón, MAS (Movimiento al Socialismo), il partito SPV (Soluciones para Venezuela), di Claudio Fermín, CMC (Cambiemos Movimiento Ciudadano), organizzazione guidata da Timoteo Zambrano e la corrente del pastore evangelico Javier Bertucci del partito EEC (Esperanza por El Cambio). Altri partiti che hanno partecipato alle elezioni sono la formazione PV (Primero Venezuela), PJ e AD (Acción Democrática), alleati di Guaidó.
Il 5 gennaio prossimo Guaidó cesserà di essere il presidente dell’Assemblea nazionale e nel Paese inizierà una fase molto critica per le opposizioni, perché non ci sarà nessuna legittima istituzione che non sia in mano al regime di Maduro. L’attuale presidente Usa Donald Trump ha sempre dichiarato illegittimo il suo regime e si è sempre dimostrato un alleato dell’opposizione guidata da Guaidó. La posizione del nuovo governo Usa di Biden nei confronti dei leader dell’opposizione venezuelana sarà fondamentale per il futuro del Paese sudamericano.