Venezuela. Londra blocca l’oro per Maduro. Guaidò chiama in piazza il popolo per mercoledì

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Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha respinto l’ultimatum dell’Unione Europea di indire nuove elezioni, ed alla Cnn turca ha affermato che “Quei Paesi europei insolenti dovrebbero ritirare il loro ultimatum”.
Fatto sta che l’Unione Europea sembra determinata nell’arrivare al riconoscimento dell’autoproclamato presidente Juan Guaidò, leader di quel parlamento esautorato da Maduro nel 2015 dopo che le elezioni ne avevano determinato una maggioranza avversa e pronta all’impeachment per la grave crisi economica in cui già allora versava il paese.
Oggi Maduro si è visto respingere dal governatore della Banca Centrale britannica, Mark Carney, l’invio della somma di 1,3 miliardi di dollari dell’oro venezuelano lì depositato, circa 8 miliardi di dollari, ed è stato proprio Guadò a chiedere alle autorità britanniche di non restituire al governo del presidente Nicolas Maduro i lingotti d’oro dello Stato, denaro che probabilmente sarebbe stato utilizzato per la repressione e per dare un minimo di ossigeno alla disastrata economia del paese, dove l’inflazione ha toccato il milione per cento.
Maduro può ancora contare sull’esercito, con i vertici che hanno dichiarato: “Siamo disposti a morire come abbiamo giurato da ragazzi per la nostra Costituzione, la nostra Carta magna, e per la nostra patria, per la democrazia e per le nostre istituzioni”. Si registrano tuttavia defezioni fra gli ufficiali e la truppa.
Guaidò ha invitato la popolazione a scendere in piazza mercoledì a mezzogiorno, “in ogni angolo del Venezuela e del mondo”, auspicando che le manifestazioni si svolgano in mondo pacifico. Mercoledì scadrà l’ultimatum dell’Ue: difficilmente Maduro accetterà di essere messo da parte indicendo nuove elezioni. La situazione è tesissima, un’eventuale richiesta di un supporto militare da paesi stranieri avrà come effetto l’intervento delle nazioni che già hanno riconosciuto Guaidò, a cominciare dagli Usa di Donald Trump.
Il bilancio delle proteste degli ultimi giorni è di 35 morti e di 850 arresti tra cui 77 minorenni.