Venezuela. L’Unione Europea potrebbe essere chiamata a vigilare sul voto

di Paolo Menchi

In un comunicato congiunto il rappresentante per gli Affari esteri della Unione europea Josep Borrell, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ed il ministro degli Affari esteri del Canada Marc Garneau esprimendo preoccupazione per la situazione umanitaria nel Venezuela, per cui si sono detti disposti a ritirare le sanzioni comminate al paese sudamericano a patto che venga fatta chiarezza sul processo elettorale e che i cittadini possano esprimere liberamente il loro voto.
Il primo appuntamento elettorale sarà a novembre, con le elezioni locali e regionali, e a tal proposito nei giorni scorsi l’incaricato degli Affari della Ue in Venezuela, Duccio Bandini, ha comunicato al CNE (Comitato elettorale nazionale) che il prossimo 6 luglio alcuni incaricati dell’Unione Europea inizieranno una missione esplorativa che durerà fino al 23, per valutare una partecipazione dell’organismo alle prossime elezioni con lo scopo di vigilare sulla loro gestione e per verificare se esiste nel Paese quell’apertura politica richiesta per il ritiro delle sanzioni.
Il ministro degli Esteri del Venezuela si è detto favorevole a qualsiasi controllo del processo elettorale, sottolineando però che “l’unico organismo che può riconoscere o disconoscere i risultati sarà sempre e solo il popolo venezuelano, che non dipende da alcun organo straniero”, una dichiarazione forse solo retorica e di facciata ma anche un po’ ostile, che potrebbe ostacolare il lavoro di eventuali osservatori neutrali.
Intanto a livello politico si parla di una lotta interna al partito chavista tra l’attuale leader Maduro e Diosdado Cabello Rondón. Maduro ha la sua forza dall’essere stato indicato da Hugo Chavez come successore, ma non ha un passato politico e militare significativo; il suo rivale Diosdado Cabello Rondón è un ex militare, che può contare anche sull’appoggio dell’esercito e che ha un gruppo di politici fedeli su cui può fare affidamento, a differenza di Maduro i cui alleati sono piuttosto instabili.
Recentemente Maduro ha deciso di creare una commissione di “riforma e rivoluzione giudiziaria”, ed ha nominato proprio Cabello capo dell’organismo con il doppio intento di metterlo a stretto contatto con il presidente del tribunale supremo di giustizia Maikel José Moreno Pérez, con il quale ha rapporti piuttosto tesi. La sua evidente intenzione è quella di allontanarlo, impegnandolo con questo incarico proprio nel momento più importante delle elezioni interne del partito e di conseguenza lasciando campo aperto al presidnete e ai suoi pupilli.