Venezuela. Maduro vuole trattare

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Il presidente venezuelano Nicolas Maduro, di fronte all’aggravarsi della situazione nel paese e al rischio di un colpo di stato che potrebbe rovesciare il suo governo, ha annunciato che è disposto ad aprire una trattativa, mediata da paesi terzi, tra i quali ha proposto il Messico, l’Uruguay o il Vaticano.
Al leader dell’opposizione, presidente dell’Assemblea Nazionale, ed autoproclamatosi capo dello stato Juan Guaidò, sostenuto dagli Usa e altre potenze occidentali, che richiede le sue dimissioni, Maduro ha invece proposto di indire nuove elezioni politiche per il rinnovo del parlamento “in modo che possa decidere il popolo il proprio futuro”.
Un’opzione che l’opposizione non è sembrata disposta a prendere in considerazione, vista anche l’iniziativa odierna di Guaid, che ha esortato tramite diversi messaggi su Twitter i propri sostenitori a scendere nelle piazze di tutto il paese e “combattere per la fine dell’usurpazione”.
In una conferenza stampa Maduro ha affermato di apprezzare l’impegno di molti paesi ad una soluzione pacifica della crisi (ossia quelli come Russia e Turchia che sostengono il suo governo) mentre ha accusato il presidente Usa, Donald Trump, di addestrare mafiosi colombiani per organizzare un attentato ai suoi danni, arrivando a dichiarare “se mi dovesse capitare qualcosa, sapete che è opera di Washington”, affermando però che, sul territorio nazionale, ci sono ottimi sistemi di difesa, rifiutandosi poi di rispondere alla domanda di una giornalista che, riguardo a questo, chiedeva se questi sistemi non fossero dei mercenari inviati da Mosca.