Venezuela. Moavero Milanesi all’aula, ‘elezioni libere’. Ma il governo non sta con Guaidò

di Enrico Oliari

Il governo italiano continua a voler mantenere una posizione di neutralità sulla questione venezuelana, nonostante con la sua lettera di ieri l’autoproclamato presidente Juan Guaidò abbia fatto notare che “l’Italia è uno dei pochi Paesi che non ha ancora riconosciuto” la sua presidenza provvisoria, mentre lo hanno fatto “59 Paesi nel mondo e il Parlamento europeo”, per cui “Abbiamo bisogno del sostegno italiano e di una comunità internazionale unita per costringere Maduro a fare un passo indietro” ed arrivare a nuove elezioni.
Ieri il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha ricevuto, anche in rappresentanza del premier Giuseppe Conte, una delegazione mandata da Guaidò di cui facevano parte il presidente della Commissione esteri dell’Assemblea Nazionale venezuelana Francisco Sucre, l’ex sindaco della capitale Antonio Ledezma, e Rodrigo Diamanti, rappresentante di Juan Guaidó per gli aiuti di emergenza provenienti dall’Europa.
Il ministro è intervenuto oggi in aula affermando sostanzialmente che il governo italiano ritiene che le ultime elezioni presidenziali in Venezuela, quelle dell’agosto scorso, siano state inficiate nella loro correttezza, equità e legalità, per cui non attribuiscono legittimità a chi le ha vinte, cioè a Nicolas Maduro.
Nonostante ciò il governo continua con la sua politica di non volersi schierare a favore di Guaidò, presidente di quell’Assemblea nazionale esautorata da Maduro nel 2015 dopo che questi non ne godeva più della maggioranza e già si era parlato di impeachment per la grave crisi economica in cui versava il paese.
Moavero Milanesi si è limitato a chiedere nuove elezioni presidenziali, “libere, trasparenti e credibili”, “in condizioni di piena democrazia e giustizia”.