Venezuela. Scontri al confine per gli aiuti umanitari, numerosi i morti

Notizie Geopolitiche

E’ pesante il bilancio degli scontri avvenuti ai confini del Venezuela dove i volontari e sostenitori del presidente autoproclamato Juan Guaidò hanno tentato di introdurre i necessari aiuti umanitari. Le forze di sicurezza ed i “colectivos”, cioè gruppi di paramilitari fedeli al presidente Nicolas Maduro e che in nella repressione delle proteste si sono spinti dove (almeno ufficialmente) la polizia non poteva arrivare, hanno caricato i manifestanti ed utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma.
Emilio Gonzalez, sindaco di Gran Sabana, è fuggito in Brasile dove ha raccontato di almeno 25 morti solo nella località da lui amministrata, mentre il responsabile della ong Foro Penal, Alfredo Romero, ha parlato di 4 manifestanti uccisi a Santa Elena de Uarein. Un camion che era riuscito ad entrare nel territorio venezuelano carico di medicinali e di viveri è stato dato alle fiamme sul ponte Francisco de Paula Santande, e da ovunque arrivano notizie di feriti, centinaia, alcuni anche in modo grave.
Guaidò ha detto di essere pronto “a proporre in modo formale alla comunità internazionale di mantenere tutte le opzioni disponibili per liberare questo Paese, che lotta e continuerà a lottare”.
Come lo stesso presidente autoproclamato ha ammesso, solo una minima parte degli aiuti che si trovano nei punti di raccolta oltreconfine sono giunti in Venezuela.