Venezuela. Tensione altissima: Maduro ha accusato il golpe. Bolton, ‘tutte le opzioni sul tavolo’

di Guido Keller

Si mantiene alta la tensione in Venezuela dopo quello che il presidente Nicolas Maduro ha definito un “tentativo di golpe”, in realtà il passaggio di diversi militari, soprattutto della truppa, con i sostenitori dell’autoproclamato presidente del Venezuela Juan Guaidò, riconosciuto da una sessantina di paesi tra cui gli Stati Uniti.
Tutto è iniziato quando Guaidò ieri è intervenuto dalla base aerea La Carlota di Caracas, dove ha chiesto alle Forze armate di abbandonare Nicolas Maduro e di unirsi alla “lotta non violenta” dell’”Operazione libertà” volta a ripristinare “la legittimità nel paese”.
Mentre i vertici militari sono saldamente con il governo bolivariano, diversi soldati si sono uniti ai rivoltosi, ed alcuni mezzi blindati sono intervenuti fra la folla con cannoni ad acqua fino ad investire alcuni manifestanti. Nei disordini vi sono stati diversi feriti ed un morto, mentre i militari sono intervenuti contro i loro colleghi, ma non si sono registrate vittime.
Con un blitz i fedeli di Guaidò sono riusciti a liberare dagli arresti domiciliari uno dei massimi leader dell’opposizione, il capo di Voluntad Popular, Leopoldo Lopez, condannato a 14 anni per i disordini avvenuti a Caracas nel 2014 (53 morti). Lopez, che è Premio Sakharov2017 per la libertà di pensiero, è apparso a fianco di Guaidò a La Carlota.
Difficile pensare ad un vero e proprio golpe, per quanto le opposizioni e lo stesso Juan Guaidò abbiano parlato di una “prima spallata”, tuttavia Maduro è intervenuto oggi per “congratularmi con voi Forze armate per l’atteggiamento fermo, leale, valoroso e di enorme saggezza con cui avete condotto alla soluzione e alla sconfitta del piccolo gruppo che pretendeva di riempire il Paese di violenza con una scaramuccia golpista”. Ha poi “Ringraziato tutto il popolo venezuelano per il suo valore, coraggio e coscienza di fronte a questo tentativo di colpo di Stato frustrato”, “Avete dimostrato che un popolo mobilitato è garanzia di tranquillità per la Patria”.
L’ong venezuelana per i diritti umani Foro Penal ha riportato di 119 arresti in tutto il paese fra cui 11 adolescenti.
Dagli Usa, i maggiori sponsor di Guaidò, il segretario di Stato Mike Pompeo ha fatto sapere che Maduro avrebbe da tempo pensato di lasciare la presidenza, ma che sarebbe rimasto al suo posto per “volere del Cremlino”, mentre il Consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton, ha scritto su Twitter che “La Fanb (esercito venezuelano, ndr) deve proteggere la Costituzione e il popolo venezuelano”, e che “essa deve stare al fianco dell’Assemblea nazionale e delle istituzioni legittime contro l’usurpazione della democrazia. Gli Stati Uniti stanno con il popolo del Venezuela”. Ha soprattutto detto che “tutte le opzioni restano sul tavolo”, quindi compresa quella dell’intervento militare, ipotesi al momento difficile dal momento che la Russia quasi certamente porrebbe il veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Guaidò ha twitatto che “Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale e abbiamo il loro forte sostegno per questo irreversibile processo di cambiamento nel nostro Paese. L’Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero”.