2017: un “anno da incubo” per i bambini

di C. Alessandro Mauceri

2017 “anno da incubo” per i bambini: è il giudizio dell’UNICEF su quello che è stato l’anno appena concluso per i bambini di tutto il mondo. E i numeri lo confermano.
Nella regione di Kasai, nella Repubblica Democratica del Congo, la violenza ha allontanato 850mila bambini dalle loro case e circa 350mila bambini hanno sofferto di grave malnutrizione.
Almeno 135 bambini sono stati costretti a fare da kamikaze in Nigeria e Camerun. Stessa cosa in Iraq e in Siria, dove i bambini sono stati usati come scudi umani, intrappolati sotto assedio o presi di mira dai cecchini.
Almeno 5mila bambini sono morti nella guerra che imperversa da tre anni nello Yemen e più di 11 milioni di minori hanno bisogno di assistenza umanitaria: più di 1,8 milioni soffrono di malnutrizione e per circa 385mila di loro la situazione è così gravemente che rischiano la morte se non vengono curati urgentemente.
Nei primi 9 mesi dell’anno quasi 700 bambini sono stati uccisi in Afghanistan, dove la “missione di pace” non è mai finita.
Nel Sud Sudan, in Africa, oltre 19.000 bambini sono stati reclutati in forze armate e gruppi armati. E da quando è iniziato il conflitto oltre 2.300 di loro sono stati uccisi o feriti. Stessa cosa in Somalia, dove nei primi 10 mesi del 2017 sono stati registrati 1.740 casi di reclutamento di minori.
Questi sono solo una parte dei numeri riguardanti la situazione dei bambini nelle zone di conflitto in tutto il mondo. “I bambini vengono presi di mira e esposti agli attacchi e alle violenze brutali nelle loro case, scuole e campi da gioco”, ha dichiarato Manuel Fontaine, direttore dei programmi di emergenza dell’Unicef. “Dato che questi attacchi continuano anno dopo anno, non possiamo diventare insensibili. Questa brutalità non può diventare la nuova normalità”.
Nei conflitti di tutto il mondo, i bambini sono diventati bersagli dia usare in prima linea, scudi umani che possono essere uccisi, o reclutati per combattere. In Asia, in Africa, ovunque. A milioni stanno pagando il prezzo di questi conflitti: soffrono di malnutrizione, malattie e traumi mentre i servizi di base – compreso l’accesso al cibo, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e alla salute – sono negati, danneggiati o distrutti durante i combattimenti.
Per loro, e molti altri bambini in tutto il mondo, il 2017 è stato un anno da incubo.