750 miliardi di aiuti, 170 all’Italia: il piano della Commissione per affrontare la crisi

di Elisabetta Corsi

Uno strumento per la ripresa del valore di 750 miliardi di euro. E’ quanto ha messo sul piatto oggi come proposta la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, un programma di aiuti per risollevarsi dalla crisi economica scaturita dall’emergenza coronavirus che si aggiungerà a un bilancio dell’Ue a lungo termine riveduto di 1100 miliardi di euro.
Il tutto si affianca agli altri strumenti già approvati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio del valore di 540 miliardi di euro, nella fattispecie Mes, Sure e sostegno Bei.
Nella proposta della Commissione, che dovrà essere avvallata dal Parlamento europeo, dei 750 miliardi ben 500 saranno erogati come sovvenzioni a fondo perduto, mentre 250 miliardi come prestiti ad un tasso agevolato accordati agli stati membri. L’erogazione degli aiuti arriverà attraverso il bilancio europeo e a formula fissa, e consisterà in investimenti secondo le priorità europee, dal rafforzamento del mercato interno alla digitalizzazione, dal Green Deal europeo alla resilienza. Il programma, che nella scelta della Commissione si chiama “Next Generation Eu”, potrà investire sulla riparazione del tessuto sociale, proteggere il mercato unico e contribuire a risanare i bilanci in Europa.
I fondi saranno ottenuti eliminando provvisoriamente il massimale delle risorse proprie al fine di permettere alla Commissione di servirsi del suo ottimo rating di credito per contrarre prestiti sui mercati finanziari. I 750 miliardi sarebbero raccolti sul mercato da parte della Commissione tramite l’emissione di titoli, sostenuti da garanzie esterne degli stati membri e rimborsati congiuntamente nel corso di decenni.
L’Italia verrebbe ad essere il principale beneficiario con ben 81,8 miliardi di euro a fondo perduto e 90.9 a titolo di prestiti.
La visione della commissione si basa su tre pilastri, innanzitutto sul supporto agli stati membri per gli investimenti e per le riforme volte a superare la crisi; esso comprende il React-Eu, su un supplemento nel sostegno alla coesione degli stati membri, con un budget di 55 miliardi di euro; quest’ultimo sarà disponibile a partire dal 2020 e sarà distribuito con una ripartizione che tiene conto dell’impatto della crisi. Il secondo pilastro mira a rilanciare l’economia dell’Ue incentivando gli investimenti privati, sarà un aiuto alle imprese con un budget di 31 miliardi. Il terzo pilastro consiste in ciò che si è imparato e si potrà imparare dalla lezione dalla crisi: si propone di creare un piano autonomo chiamato Eu4Health, con un budget di 9.4 miliardi di euro. Si tratta di un investimento nella prevenzione, nella preparazione alla crisi, nell’approvvigionamento di medicinali e attrezzature mediche e nel miglioramento dei risultati sanitari. Infine vi sarà un piano per il sostegno al programma Horizon Europe, che interessa i settori della ricerca e dell’innovazione dal 2021 al 2027..
La palla passa ora al Consiglio europeo e al Parlamento europeo: i capi di governo e di stato si rivedranno il 17 e 18 giugno, ma se per i paesi del sud l’accordo è buono, per i cosiddetti “paesi frugali”, Paesi Bassi in primis, le posizioni rimangono distanti, per cui ci si aspettano negoziati lunghi, nonostante la rassicurazione di un controllo rigoroso su come verranno spesi i fondi.