A Teheran Erdogan, Putin e Rohani danno il via all’offensiva siriana su Idlib

Il presidente russo a quello turco, ‘niente cessate-il-fuoco’. Il testo della dichiarazione congiunta.

di Enrico Oliari

E’ un sorriso a denti stretti quello che appare sulla bocca del presidente turco Recep Tayyp Erdogan al termine del vertice sulla Siria che si è tenuto a Teheran. Lui ha provato a buttarla sulla mole di profughi che potrebbero invadere la Turchia, già ce ne sono 3 milioni e mezzo, nel momento in cui l’esercito siriano, supportato dai “consiglieri” iraniani e dall’aviazione russa dovesse avviare le operazioni per conquistare il nord ovest del paese, la regione di Idlib.
Tuttavia il presidente russo Vladimir Putin e quello iraniano Hassan Rohani hanno tirato dritto per la loro strada, forti del fatto che dal 2011 ad oggi le sorti del conflitto siriano si sono capovolte e a Bashar al-Assad manca solo quella parte di Siria per ricomporre il paese, a prescindere dalla Costituzione che ne uscirà.
Le notizie dal vertice hanno riportato addirittura di un battibecco fra Erdogan e Putin: il presidente turco, primo sostenitore della galassia di milizie anti al-Assad che vanno dai moderati ai turcomanni ai salafiti (per non dire jihadisti), avrebbe voluto che non vi fosse l’offensiva siriana, ed ha affermato al tavolo di Teheran che “Se l’espressione ‘cessate-il-fuoco apparisse qui, allora questa affermazione sarebbe tanto più rilevante”. “Secondo me – ha insistito – questo rafforzerebbe il terzo articolo”. E Putin, desideroso di chiudere la partita una volta per tutte, “Il fatto è che non ci sono rappresentanti di gruppi armati attorno a questo tavolo” autorizzati a negoziare un cessate-il-fuoco, come “Non ci sono rappresentanti del Fronte al-Nusra, dell’Isis o l’esercito siriano”. “Penso che, nel complesso, il presidente turco abbia ragione: sarebbe una buona cosa, ma non possiamo garantire in loro vece (…) che smetteranno di sparare o usare droni armati”, ha detto Putin.
Difatti i miliziani dell’ex al-Nusra, branca siriana di al-Qaeda ed oggi confluiti in Hayat Tahrir al-Sham (HTS), controllano il 60 per cento della provincia di Idlib come pure vi sono gruppi diversi di estrazione salafita, ma va anche ricordato che Erdogan per anni ha lasciato transitare dagli aeroporti turchi decine di migliaia di foreign fighters, armi e beni dalle frontiere dirette allo Stato Islamico, e comprato dai jihadisti del “Califfo” petrolio.
Erdogan è arrivato quindi a Teheran con una posizione difficilmente sostenibile, perdipiù senza il sostegno della Nato di cui la Turchia è membro, ma nella cosiddetta foto di famiglia si è voluta mostrare la soddisfazione di prassi.

La Dichiarazione congiunta.

a cura di Angelo Gambella

I tre leader hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, che vi presentiamo come importante documento, premettendo che la presente è una traduzione in lingua italiana che non può essere considerata, in alcun modo, come traduzione letterale ed ufficiale
I tre leader restano soddisfatti degli sforzi finora effettuati attraverso i vertici di Astana, Sochi, e nei rapporti con il rappresentate dell’Onu. Se da una parte viene affermato (punto 5) che la situazione non può essere risolta militarmente, non c’è stato accordo su un cessate-il-fuoco complessivo, e le parti sono concordi nell’affrontare in maniera mirata le organizzazioni terroristiche presenti sul territorio (punto 4). In questo modo viene offerto il via libera al governo di Damasco (mai nominato) di iniziare una limitata offensiva con il supporto russo-iraniano nel rispetto dei principi della “sovranità, dell’indipendenza, dell’unità e dell’integrità territoriale della Repubblica araba siriana” (espressi al punto 2).
Le condizioni umanitarie della popolazione, il rientro dei profughi nei luoghi di origine, e il rilascio di prigionieri e detenuti sono affrontati nei punti da 7 a 10.
Il vertice ha quindi esaminato la questione nel lungo termine, tuttavia l’interesse della comunità internazionale è adesso incentrato sull’evolversi della situazione sul campo di battaglia di Idlib, dove l’offensiva di Damasco potrebbe avere inizio nei prossimi giorni.
La dichiarazione si conclude con l’appuntamento dei tre leader ad un prossimo incontro in Russia.

Dichiarazione congiunta del Presidente della Repubblica islamica dell’Iran, del Presidente della Federazione Russa e del Presidente della Repubblica di Turchia

Il presidente della Repubblica islamica dell’Iran SE Hassan Rouhani, presidente della Federazione russa SE Vladimir Putin e presidente della Repubblica di Turchia SE Recep Tayyip Erdogan si sono riuniti a Teheran il 7 settembre 2018 per un vertice tripartito.

I presidenti:

1. Esprimono la loro soddisfazione per i risultati del “formato di Astana” dal gennaio 2017, in particolare, i progressi compiuti nel ridurre la violenza in tutta la Repubblica araba siriana e contribuire alla pace, la sicurezza e la stabilità nel paese.

2. Hanno sottolineato il loro fermo e costante impegno nei confronti della sovranità, dell’indipendenza, dell’unit‡ e dell’integrità territoriale della Repubblica araba siriana, nonché degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite e hanno sottolineato che questi dovrebbero essere rispettati da tutti. Hanno ribadito che nessuna azione, indipendentemente da chi sia stata intrapresi, dovrebbe minare questi principi. Hanno respinto tutti i tentativi di creare nuove realtà sul terreno con il pretesto di combattere il terrorismo ed hanno espresso la loro determinazione a schierarsi contro le agende separatiste volte a minare la sovranità e l’integrità territoriale della Siria, nonché la sicurezza nazionale dei paesi limitrofi.

3. Esaminata la situazione attuale sul terreno, hanno fatto il punto degli sviluppi relativi alla Repubblica araba siriana in seguito alla loro ultima riunione ad Ankara il 4 aprile 2018 e hanno convenuto di proseguire il coordinamento trilaterale conformemente ai loro accordi. A tal riguardo, hanno preso in carico la situazione nel distretto di “de-escalation” di Idlib ed hanno deciso di affrontarlo in linea con i principi sopra menzionati e lo spirito di cooperazione che ha caratterizzato il formato di Astana.

4. Hanno riaffermato la loro determinazione a continuare la cooperazione al fine di eliminare definitivamente DAESH – ISIS, il fronte al-Nusra e tutti gli altri individui, gruppi ed entità associate ad Al-Qaeda o DAESH – ISIS, in quanto sono stati designati come terroristi dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Hanno sottolineato che, nella lotta contro il terrorismo, la separazione tra i gruppi terroristici summenzionati e i gruppi armati di opposizione che hanno aderito o aderiscono al regime del cessate il fuoco, Ë della massima importanza anche per quanto riguarda la prevenzione di vittime civili.

5. Hanno riaffermato la loro convinzione che non può esserci alcuna soluzione militare al conflitto siriano e che potrebbe concludersi solo attraverso un processo politico negoziato. Hanno riaffermato la loro determinazione a continuare una cooperazione attiva al fine di far progredire il processo politico in coerenza con le decisioni del Congresso nazionale di dialogo siriano a Sochi e della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

6. Hanno riaffermato la loro risoluzione a proseguire gli sforzi congiunti volti a far progredire il processo di siriano per il raggiungimento di una soluzione politica ed hanno ribadito il loro impegno a contribuire a stabilire e avviare i lavori del Comitato per Costituzione. Hanno espresso soddisfazione per le utili consultazioni tra i loro alti funzionari e l’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Siria.

7. Hanno sottolineato la necessità di sostenere tutti gli sforzi per aiutare tutti i siriani a ripristinare la loro vita normale e pacifica per alleviare le loro sofferenze. A tale riguardo, hanno invitato la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite e le sue agenzie umanitarie, ad aumentare la loro assistenza alla Siria fornendo ulteriori aiuti umanitari, facilitando l’azione umanitaria, ripristinando le infrastrutture di base, comprese le strutture sociali ed economiche, e preservando il patrimonio storico.

8. Riaffermano la loro determinazione a proseguire gli sforzi comuni volti a proteggere i civili e migliorando la situazione umanitaria tramite la facilitazione al rapido accesso umanitario sicuro e senza restrizioni a tutti i siriani bisognosi.

9. Hanno sottolineato la necessità di creare condizioni per il rientro sicuro e volontario dei rifugiati e degli sfollati interni nei loro luoghi di residenza originari in Siria. A tal fine, hanno sottolineato la necessità di un coordinamento tra tutte le parti interessate, tra cui l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e altre agenzie internazionali specializzate. Hanno concordato di considerare l’idea di convocare una conferenza internazionale sui rifugiati siriani e gli sfollati interni.

10. Hanno accolto con favore i progressi dei lavori del gruppo di lavoro sul rilascio di detenuti e rapiti e la consegna degli organismi nonché l’identificazione delle persone scomparse, come intrapreso con la partecipazione degli esperti dell’ONU e del CICR.

11. Hanno deciso di tenere la prossima riunione nella Federazione Russa su invito del Presidente della Federazione Russa SE Vladimir Putin.

12. I presidenti della Federazione russa e della Repubblica di Turchia hanno espresso la loro sincera gratitudine al presidente della Repubblica islamica dell’Iran SE Hassan Rouhani per aver ospitato il vertice tripartito a Teheran.