Abcasia. I russi costruiranno una nuova base navale: tensioni con la Georgia

di Simone Chiusa

Gli equilibri geopolitici nella regione del Mar Nero sono più incerti che mai. Il controllo dei porti della Crimea è messo a repentaglio dagli attacchi ucraini, e da Mosca arrivano pesanti critiche verso la gestione della marina. Ad aggravare la situazione è il progetto di una base navale russa in Abkhazia, regione separatista della Georgia invasa agli inizi degli anni Novanta. La regione è riconosciuta come indipendente soltanto da Russia, Venezuela, Siria, Nicaragua e Nauru.
Aslan Bzhania, il leader dell’Abkhazia separatista, ha dichiarato che verrà presto stabilita una base navale russa a Ochamchire, a meno di 40 km dal confine con la Georgia. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare le capacità difensive sia della Russia che dell’Abkhazia. Gli insistenti attacchi missilistici ucraini in Crimea stanno spingendo Mosca a ritirare gran parte della sua flotta dalla regione riposizionandola più ad est, a Novorossijsk.
A seguito dell’invasione dell’Ucraina la posizione della Georgia verso la Russia è rimasta più cauta, con l’attuale governo, guidato dal partito Sogno Georgiano, il quale seppur rifiutando l’etichetta di “filorusso”, ha adottato posizioni più morbide verso Mosca. Tuttavia Tbilisi ha espresso forti preoccupazioni per il progetto russo. “Questi atti rappresentano una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Georgia, e una mossa aggressiva per giustificare l’occupazione illegale delle regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia”, così recita un comunicato del Ministero degli Affari esteri georgiano.
Una presenza navale russa consolidata potrebbe trasformare l’Abkhazia in un sito di lancio di attacchi verso l’Ucraina, al contempo mettendo forte pressione su Tbilisi in un periodo di pesante instabilità interna. Il rischio è che il paese venga trascinato nel conflitto ucraino, complicando anche le operazioni delle forze di Kiev, in quanto sarebbero costrette a colpire un territorio georgiano. Inoltre Mosca pare intenzionata a normalizzare le relazioni tra le regioni occupate e il governo centrale di Tbilisi, così da raggiungere una legittimazione de facto dell’occupazione.
Ad ottobre si terranno le elezioni amministrative in Georgia, e il risultato influenzerà il futuro delle relazioni diplomatiche con l’occidente. Il Paese resta uno stato candidato all’ingresso in Unione Europea, sebbene tale percorso sia stato messo in discussione dalla recente approvazione della legge sugli “agenti stranieri”. La Georgia vede nella NATO e nell’Europa un’ancora di salvezza dall’espansionismo russo, e nella popolazione la volontà di avvicinarsi all’occidente, lasciandosi alle spalle le ombre sovietiche, è fortissima.