Afghanistan. Al via una settimana di tregua con i talebani. Ma l’Isis colpisce a Kabul

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E’ entrato oggi in vigore la settimana di cessate-il-fuoco in Afghanistan chiesta dal presidente Ashraf Ghani e appoggiata dai talebani, un’iniziativa da leggersi nel tentativo di aprire un dialogo tra le parti ed arrivare ad una soluzione del conflitto, per quanto i talebani abbiano fino ad oggi rifiutato di interloquire con Kabul concedendo al massimo l’apertura di un canale con gli Usa.
L’idea di Ghani, per il quale “La pace non può essere raggiunta senza i talebani”, è quella che essi accettino di depositare le armi e di trasformarsi in un partito politico a tutti gli effetti. La stabilizzazione del paese si rende necessaria anche per combattere il nemico comune, l’Isis, il quale si sta affermando con sanguinosi attacchi al fine di prendere il controllo di parti del paese e quindi di allargare la sua potenza di azione ai paesi limitrofi dell’Asia centrale.
Anche ieri un kamikaze del Califfato si è fatto esplodere all’entrata del ministero dello Sviluppo rurale di Kabul uccidendo una dozzina di persone e ferendone 31.
La disponibilità dei talebani di rispondere positivamente alla tregua, a dire il vero di tre giorni per festeggiare la fine del Ramadan, è però subordinata a che non vi siano attacchi da parte “degli occupanti stranieri”, nella fattispecie i militari Usa.
Negli ultimi giorni i guerriglieri avevano attaccato a Kunduz, nel nord del paese, una base militare uccidendo 19 soldati ed una a Herat, nella parte occidentale dell’Afghanistan, dove sono morti altri 17 militari.
Certo è che dopo 17 anni di guerra voluta da Washington la situazione permane in fase di stallo, per cui la stessa amministrazione Usa sta spingendo per una soluzione di compromesso al fine di iniziare un reale disimpegno delle proprie truppe.