Afghanistan. Drammatica crisi alimentare acuita da presa potere Talebani

di Rebecca Scaglia * –

La combinazione letale di crescente malnutrizione, crisi alimentare senza precedenti, siccità, interruzioni dei centri sanitari e nutrizionali vitali, mancanza di accesso e scarsa qualità dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari rendono i bambini afghani sempre più vulnerabili. Le ricerche di Save the Children, pubblicate il 26 aprile scorso, attestano che nel Paese la metà della popolazione (ossia 23 milioni di persone, tra cui 14 milioni di bambini e bambine) quest’anno fa i conti con la fame. È un aumento importante rispetto ai dati dello scorso agosto, prima della salita al potere dei Talebani.
La fame può causare anche in Afghanistan malattie, infezioni, arresto della crescita e morte. La popolazione più giovane, che nella maggior parte dei casi non è nemmeno vaccinata, muore anche per le patologie più banali, tipiche dell’infanzia, che non vengono adeguatamente curate, come la polmonite, la diarrea, il morbillo.
Secondo Giulia Giletti, infermiera specializzata di Medici Senza Frontiere, “la situazione nutrizionale in Afghanistan, già grave, è certamente destinata a peggiorare. Il picco della malnutrizione è previsto per i mesi estivi. I casi cresceranno, come ogni anno. Ma quest’anno partiamo da “numeri di base” decisamente più alti”.
Ciò è confermato anche dalle parole pronunciate, ad inizio anno, da Ramiz Alakbarov, vice rappresentante speciale ONU per l’Afghanistan, il quale ha denunciato che “il 95% della popolazione non mangia cibo a sufficienza, con questa percentuale che sale a quasi il 100% per i capifamiglia di sesso femminile; i tassi di malnutrizione acuta sono alti in 28 province su 34, con oltre 3,5 milioni di bambini che necessitano di cure nutrizionali”.
Le ragioni di questo terribile incremento sono plurime. Innanzitutto, la gravissima crisi economica, dettata dal congelamento di tutti i fondi internazionali, dal blocco delle risorse della Banca Afghana e dall’interruzione dei rapporti commerciali tra l’Afghanistan e moltissimi Paesi. Di conseguenza, il costo della vita e i prezzi del cibo sono saliti alle stelle. Ad esempio, un chilogrammo di grano costa quasi il 45% in più rispetto al giugno 2021.
Nel frattempo, secondo le stime della Banca Mondiale, i redditi sono diminuiti di circa un terzo negli ultimi mesi del 2021: in Afghanistan non si trova più lavoro, non ci sono più soldi per pagare i dipendenti, la moneta circola poco. Inoltre, bisogna tenere presente che dalla salita al potere dei talebani moltissime organizzazioni internazionali, che lavoravano nei settori più disparati, hanno lasciato il Paese. Anche per questo motivo “la sanità afgana, che non ha mai funzionato bene, è al collasso e negli ospedali manca tutto. Mancano i farmaci, manca il personale. C’è bisogno di aiuti in Afghanistan. Noi gestiamo le emergenze, al nostro reparto accedono i casi più gravi. Sulla malnutrizione si potrebbe fare un immenso lavoro di prevenzione, ma Medici Senza Frontiere da sola non può occuparsene”, ha concluso l’infermiera Giulia Giletti.
La situazione nutrizionale afghana, già drammatica, si è aggravata ulteriormente a causa dello scoppio del conflitto in Ucraina. Infatti, il bacino del Mar Nero, che comprende anche Ucraina e Russia, è considerato il granaio del mondo: è uno dei territori più importanti per la produzione cerealicola e agricola. L’Ucraina, in particolare, è uno dei maggiori esportatori di grano per l’Afghanistan. A causa della guerra, ora la produzione e l’esportazione di generi alimentari sono fortemente limitate e, pertanto, i prezzi di molti alimenti di base sono aumentati in modo massiccio, diventando ancora più inaccessibili per la popolazione più povera.
La situazione di emergenza in cui vivono milioni di afghani, infatti, a distanza di meno di un anno dalla presa del potere da parte dei Talebani, non è finita. Anzi, si è acuita.
Secondo stime dell’UNICEF, alla fine del 2022 un bambino su due sotto i cinque anni soffrirà di malnutrizione acuta. Centinaia di migliaia di bambine e bambini potrebbero morire, se non vengono aiutati rapidamente. La comunità internazionale deve mettere a disposizione fondi per fronteggiare la crisi alimentare afghana altrimenti le conseguenze, che ricadranno soprattutto sui più piccoli, saranno irreversibili.

* Mondo Internazionale Post.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.