Afghanistan. Kabul accusa Teheran di supportare milizie sciite nel paese

di Silvia Boltuc * –

L’Afghanistan ha accusato l’Iran di supportare la creazione di milizie sciite nel paese con l’intento di influenzarne le dinamiche interne. Kabul ha allarmato l’opinione pubblica e la comunità internazionale che il supporto di Teheran alle milizie sciite afghane potrebbe in futuro causare una forte spaccatura interna su base confessionale ed etnica e provocare una insurrezione civile.
Il contrasto diplomatico tra Kabul e Teheran nasce alcuni giorni fa quando il quotidiano iraniano Jomhouri-e Eslami ha riportato la notizia secondo la quale in Afghanistan è stata costituita un’organizzazione militante afghana sciita per contrastare i talebani.
La fonte della notizia, Jomhouri-e Eslami, può essere considerata attendibile, considerando la sua vicinanza a diversi organi del governo: infatti questa testata giornalistica iraniana è nota nel paese per aver iniziato la sua attività il 30 maggio 1979 come giornale del Partito della Repubblica Islamica e per essere stata diretta all’inizio da Ali Khamenei.
Nel testo dell’articolo pubblicato da Jomhouri-e Eslami si legge che l’intensificarsi delle azioni offensive dei talebani negli ultimi mesi ha portato a una forte mobilitazione della popolazione sciita. In particolare, dopo che decine di distretti afghani si sono arresi ai talebani, è emerso il gruppo militante sciita Hashd al-Shi’a (Mobilitazione sciita) il cui nome rimanda all’organizzazione dei miliziani filoiraniani in Iraq nota come Hashd al-Sha’bi (Mobilitazione popolare). Jomhouri-e Eslami ha anche affermato che tra i combattenti dell’Hashd al-Shi’a vi sono membri della divisione sciita Fatimiyun, un gruppo sciita afghano che si ritiene sia stato addestrato dal Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) per i combattimenti in Siria.
Appare evidente come a seguito dell’annuncio del ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan voluto dall’amministrazione Biden diversi attori regionali e internazionali stanno cercando di promuovere le loro strategie nel territorio afghano che detiene un ruolo geopolitico fondamentale nello scacchiere euroasiatico. In questa situazione il governo di Kabul è costretto sia a contrastare l’offensiva talebana e la creazione di un emirato islamico in Afghanistan, sia a tutelare il proprio paese dalle mire strategiche degli stati limitrofi: nel caso dell’Iran, come affermato da fonti ufficiali afghane, l’obiettivo è anche quello di evitare una profonda crisi interna che replichi sul territorio afghano quanto avvenuto in Siria, Yemen, Iraq e Libano dove operano le milizie sciite iraniane come forma di supporto alla politica estera di Teheran.
Già nel 2019 l’amministrazione afghana aveva espresso in modo ufficioso il timore che migliaia di militanti sciiti che avevano combattuto in Siria dalla parte del presidente Bashar al-Assad, una volta tornati in Afghanistan, avrebbero potuto causare problemi di ordine interno nel paese. Secondo il quotidiano saudita Asharq al-Awsat, le agenzie di sicurezza afghane hanno attirato l’attenzione sul fatto che gli hazara sciiti, una volta reclutati da ufficiali iraniani, potrebbero divenire lo strumento politico di Teheran per rafforzare la sua strategia nel paese.
Se da un lato sembrerebbe che il governo iraniano supporti le milizie sciite in chiave anti-talebana, occorre evidenziare come solamente lo scorso giugno 2020 le Nazioni Unite avevano pubblicato un report nel quale si informava la comunità internazionale sull’ascesa di comandanti militanti filoiraniani tra i talebani.
Alla luce di questi eventi si potrebbe ipotizzare una duplice strategia di Teheran in Afghanistan: da un lato l’Iran potrebbe aver supportato ufficiosamente i talebani in chiave antistatunitense e come possibile interlocutore futuro qualora questi dovessero prendere potere nel paese. Al al contempo però l’Iran potrebbe aver favorito la creazione di milizie sciite le quali, qualora dovessero riuscire a controllare diversi distretti afghani, potrebbero favorire l’affermazione iraniana nella regione. Il tutto deve essere contestualizzato in un panorama socioculturale afghano che vede il fronte militante sciita legato agli ex signori della guerra hazara, i quali stanno cercando di rafforzare la loro posizione all’interno del movimento delle milizie anti-talebane composto anche da tagiki e uzbeki e probabilmente finanziato dal governo afghano stesso.


* Silvia Boltuc. Analista specializzata in relazioni internazionali, energia e conflitti nello spazio post-Sovietico, in Medio Oriente e Nord Africa. Associate Director presso ASRIE Analytica dove gestice il programma di ricerca “Eurasian Energy Market”, è anche responsabile dell’Area Energia e Nuove Tecnologie del CeSEM-Centro Studi Eurasia Mediterraneo.

Articolo in media partnership con ASRIE Analytica. Versione in lingua inglese al seguente link The Role of pro-Iran Shiite militias in Afghanistan.